Baldur’s gate 3: un’opportunità mancata per valorizzare la capacità nascosta di astarion

Il mondo di Baldur’s Gate 3 si distingue per la sua profondità narrativa e le numerose possibilità offerte ai giocatori. Ci sono alcuni dettagli che, nonostante siano presenti nel gioco, sembrano essere stati trascurati o lasciati in secondo piano. Questo articolo analizza alcune delle caratteristiche più interessanti e le opportunità mancate, concentrandosi su elementi legati ai personaggi e alle loro interazioni.
il ruolo di oskar e la quota di arte personale
Una questione poco funzionale ma potenzialmente rilevante per la trama
Oskar Fevras rappresenta il protagonista della missione “Libera l’Artista”. Si trova come prigioniero dei Zentarim durante il primo atto e, dopo essere stato liberato, viene rintracciato nel terzo atto presso la residenza di Lady Jannath. Se si riesce a impedirne la condanna all’aldilà mantenendo intatta la relazione con lui, Oskar realizzerà un ritratto personalizzato del protagonista o di uno dei compagni. Questa opzione permette di ottenere un ricordo unico, anche se il suo utilizzo principale rimane decorativo o commerciale.
I nomi disponibili per l’opera sono vari: “L’Eroe di Baldur’s Gate”, “Ritratto di un Avventuriero”, “Il Sussurratore degli Spettri”, “Il Difensore Supremo delle Arti” e “Skald Sovrano, Oratore Eccelso”. Quest’ultimo è riservato ai bardi. Nonostante questa possibilità offra un elemento distintivo, il suo impiego sembra limitato a fini estetici o di scambio commerciale.
astarion e la mancanza di reazioni alla sua immagine
Perché Astarion non può vedersi e le opportunità mancate di dialogo esclusivo
A differenza degli altri compagni, Astarion non ha modo di vedere il proprio volto. Quando si tenta di interagire con uno specchio giocando come lui, emerge chiaramente questa limitazione. In quanto spawn vampirico, non ha visto il proprio riflesso da oltre duecento anni e ha dimenticato anche i dettagli più semplici come il colore originale degli occhi. Sarebbe stato naturale prevedere una reazione emotiva unica qualora fosse riuscito a vedere se stesso attraverso un ritratto commissionato.
Se fosse possibile ottenere un quadro raffigurante Astarion, potrebbe rappresentare anche un gesto simbolico molto significativo in una eventuale scena romantica o come regalo speciale. La mancanza di questa possibilità costituisce una lacuna evidente nel trattamento del personaggio ed è considerata una perdita dal punto di vista narrativo.
Sebbene sia possibile richiedere statue dei compagni o del protagonista parlando con alcuni NPC come Boeny al Circo dei Últimi Giorni, un ritratto colorato avrebbe avuto sicuramente un valore più intimo e personale. La possibilità già esistente di regalare fiori come l’Orchidea Notturna a Shadowheart dimostra che simili gesti simbolici sono fattibili nel contesto del gioco.
l’inconsistenza del dialogo di Astarion e le opportunità perse
Perché Astarion avrebbe dovuto avere un dialogo unico se avesse potuto vedersi
A differenza degli altri personaggi, Astarion non può mai vedere il proprio volto all’interno del gioco. L’unica occasione in cui si verifica una reazione visiva è quando si guarda nel riflesso dopo aver completato l’ascensione come vampiro. La scelta finale denominata “Fare l’Ascendente” rappresenta spesso il suo epilogo negativo; quindi non c’è modo concreto per lui di scoprire il proprio aspetto senza ricorrere a metodi esterni o modding.
Sarebbe stato logico inserire una scena in cui egli possa finalmente vedersi tramite un ritratto oppure mediante altre interazioni narrative che gli permettessero di riconoscere i propri tratti fisici. Questa omissione appare particolarmente significativa considerando quanto sia amato dalla community e quanto ciò avrebbe arricchito lo sviluppo emotivo del personaggio.
L’idea che i giocatori possano donargli un ritratto come gesto affettuoso aggiungerebbe profondità alla relazione tra protagonista e Astarion stesso. Inoltre, si tratta dell’unica possibilità concreta per far sì che egli possa conoscere sé stesso sotto forma visiva — elemento centrale nella costruzione dell’identità personale.