Assassin’s creed shadows rivela un trope sfiancante di ubisoft

Il tema della vendetta è un elemento ricorrente nella narrativa di Assassin’s Creed, influenzando profondamente le motivazioni dei protagonisti. Dalle prime edizioni fino ai titoli più recenti, come Assassin’s Creed Shadows, la ricerca di giustizia personale spesso emerge come motore principale delle azioni dei personaggi, derivante da tragedie personali o tradimenti eclatanti. Sebbene questa dinamica fosse efficace inizialmente, il suo uso ripetitivo ha portato a una certa fatigue tra i giocatori.
La vendetta come tema centrale nella narrativa
Quasi tutti i protagonisti cercano la vendetta
Il concetto di vendetta è emerso per la prima volta in Assassin’s Creed 2, con Ezio Auditore che perde la sua famiglia a causa di un tradimento. La sua storia ha dato vita a una trama che si è sviluppata nel corso di diversi giochi, ma dal terzo capitolo in poi, tranne casi eccezionali come Black Flag, Mirage e Syndicate, il focus sulla vendetta è diventato predominante.
- Ezio Auditore (Assassin’s Creed 2)
- Edward Kenway (Assassin’s Creed Black Flag)
- Jacob e Evie Frye (Assassin’s Creed Syndicate)
- Basim Ibn Ishaq (Assassin’s Creed Mirage)
Questo schema narrativo tende a ripetersi: entrambi i protagonisti di Shadows sono mossi dalla voglia di vendetta per torti subiti. Questo approccio risulta prevedibile e rischia di compromettere l’interesse del giocatore.
Alcuni Assassini senza storia di vendetta
Diverse motivazioni in alcuni giochi
Sebbene la vendetta sia un forte catalizzatore per molti protagonisti della serie, ci sono eccezioni significative. Titoli come il primo Assassin’s Creed, Black Flag, e altri hanno presentato motivazioni alternative che hanno coinvolto i giocatori attraverso storie ben costruite.
- Altair Ibn-La’Ahad (Assassin’s Creed)
- Edward Kenway (associato anche alla crescita personale)
L’assenza del tema della vendetta ha permesso una maggiore varietà nelle trame e nei caratteri, contribuendo a creare esperienze più fresche per gli utenti.
L’utilizzo eccessivo del trope della vendetta
La vendetta nelle opere di Ubisoft
L’eccessiva dipendenza dalla vendetta non si limita solo a Assassin’s Creed; anche altre serie Ubisoft come Watch Dogs e Far Cry adottano questo schema narrativo. Questa tendenza può ridurre l’impatto emotivo delle storie, rendendo le esperienze sempre più prevedibili.
- Aiden Pearce (Watch Dogs)
- Jason Brody (Far Cry 3)
- Ajay Ghale (Far Cry 4)
L’uso costante del tema della vendetta potrebbe portare a una diminuzione dell’interesse da parte dei giocatori nel lungo periodo. Una diversificazione delle motivazioni potrebbe risultare benefica per rinnovare l’esperienza ludica.
Una scelta diversa per rinnovare l’interesse
Nuove motivazioni per i personaggi
Per contrastare l’affaticamento legato al tema della vendetta, sarebbe opportuno che Ubisoft esplorasse nuove direzioni narrative basate su valori quali dovere, avidità o redenzione. Questo permetterebbe ai vari titoli di distinguersi meglio l’uno dall’altro, offrendo ai giocatori esperienze innovative e coinvolgenti.