Album dei pink floyd classificati dal peggiore al migliore

l’evoluzione e i momenti salienti della discografia dei pink floyd
I Pink Floyd rappresentano una delle band più influenti nel panorama del rock psichedelico, con una storia ricca di cambiamenti, successi e momenti di crisi. La loro produzione musicale ha segnato un’epoca, distinguendosi per sperimentazioni sonore e testi profondi. Questo articolo analizza le tappe fondamentali della carriera del gruppo, dai primi album alle ultime uscite, evidenziando le peculiarità di ogni fase.
le prime fasi e l’epoca di Syd Barrett
il debutto con “The Piper at the Gates of Dawn” (1967)
Il primo album in studio dei Pink Floyd è stato il capolavoro di Syd Barrett, caratterizzato da sonorità innovative e un approccio sperimentale. Con tracce come “Pow R. Toc H.” e “See Emily Play”, questo lavoro ha gettato le basi del sound psichedelico che avrebbe contraddistinto la band nelle successive produzioni. La presenza di Barrett è stata fondamentale fino alla sua uscita definitiva dalla formazione.
“A Saucerful of Secrets” (1968)
Questo secondo album rappresenta l’ultima collaborazione ufficiale con Syd Barrett, che contribuì a tre brani. Tra le canzoni più note si trova “Set the Controls for the Heart of the Sun”. La formazione comprendeva tutti e cinque i membri originari, dando vita a un mix tra rock sperimentale e atmosfere spaziali.
gli anni ’70: consolidamento e sperimentazione
“Meddle” (1971)
Album spesso sottovalutato rispetto ad altri lavori della band, ma fondamentale per comprendere la transizione verso i grandi concept degli anni successivi. Include brani come “One of These Days” e “A Pillow of Winds”, che mostrano la capacità dei Pink Floyd di alternare suoni ipnotici a passaggi più dinamici.
“Obscured by Clouds” (1972)
L’album funge da colonna sonora per un film omonimo ed è considerato una tappa intermedia tra il passato sperimentale e il futuro successo commerciale. Brani come “Wot’s…Uh the Deal” sono esempi della versatilità del gruppo.
“The Dark Side of the Moon” (1973)
gli ultimi decenni: nuove direzioni senza Waters
“A Momentary Lapse of Reason” (1987)
Dopo l’uscita di Roger Waters, questa produzione segna un’importante svolta nel sound del gruppo. Con David Gilmour come unico cantante principale e Richard Wright reintegrato nel progetto, l’album include hit come “Learning to Fly”. Il suo stile più accessibile ha riscosso successo tra i fan.
“The Division Bell” (1994) e “The Endless River (2014)
Dopo molti anni di silenzio discografico, il ritorno con “The Endless River“, prodotto postumo dopo la morte di Wright, ha rappresentato un tributo al passato. Album prevalentemente strumentale, con alcune tracce vocalizzate da Gilmour, testimonia la volontà del gruppo di mantenere viva l’eredità musicale anche senza Waters.
note sui componenti principali
- Syd Barrett
- Nick Mason
- Roger Waters
- Richard Wright
- David Gilmour
- Syd Barrett – fondatore e primo leader fino al 1968
- Nick Mason – batterista fin dall’inizio
- Roger Waters – bassista e principale autore dal secondo album fino al suo allontanamento nel 1985
- Richard Wright – tastierista presente in quasi tutta la discografia tranne alcuni periodi critici
- David Gilmour – chitarrista solista dal 1967 in poi, voce principale negli ultimi decenni