Questa serie Netflix con il 96% su RT è così bella che sono felice non abbia avuto una stagione 2

Da oltre cinque anni dalla sua prima trasmissione su Netflix, The Queen’s Gambit si conferma come una delle miniserie più apprezzate e memorabili della piattaforma streaming. Basata sull’omonimo romanzo di Walter Tevis, la serie narra le vicende di Beth Harmon, una giovane prodigio degli scacchi che affronta un passato difficile e un mondo competitivo dominato da pregiudizi negli anni ’60, in un contesto di crescenti tensioni politiche. La popolarità di questa produzione deriva non solo dall’accuratezza tecnica nel rappresentare il gioco degli scacchi, ma anche dalla profondità emotiva con cui viene raccontata la storia.
la viralità e il successo della serie
l’apprezzamento per la profondità della trama e la caratterizzazione dei personaggi
La serie ha catturato l’attenzione del pubblico grazie alla performance straordinaria di Anya Taylor-Joy nel ruolo di Beth Harmon. La protagonista incarna con intensità un personaggio complesso, segnato da fragilità e determinazione. La narrazione coinvolgente si concentra sul percorso emotivo di Beth, rendendo facilmente identificabile lo spettatore con le sue sfide personali. Il ritmo serrato e la capacità di mantenere alta l’attenzione hanno reso The Queen’s Gambit una produzione ideale per essere consumata in breve tempo, perfetta per un binge watching nel fine settimana.
Il successo è stato amplificato anche dal contesto pandemico del 2020, quando molte persone trascorrevano più tempo tra le mura domestiche alla ricerca di nuovi contenuti da guardare. La combinazione tra storytelling avvincente, ritmo ben calibrato e personaggi realistici ha fatto sì che la serie diventasse immediatamente un fenomeno globale.
perché non sono previste ulteriori stagioni di The Queen’s Gambit
il valore di mantenere la storia completa e coerente
Essendo basata su un romanzo autoconclusivo, la narrazione proposta nella miniserie si sviluppa in modo completo nei sette episodi disponibili. La decisione di non proseguire con ulteriori stagioni ha evitato il rischio di diluire o alterare l’equilibrio narrativo raggiunto. Un’ulteriore stagione avrebbe potuto rischiare di rovinare l’immagine impeccabile lasciata dalla prima parte, compromettendo così l’eredità della serie stessa.
Inoltre, estendere ulteriormente la vicenda avrebbe potuto risultare ripetitivo e poco originale: Beth ha già affrontato molte prove difficili durante il suo percorso narrativo, che si conclude con una chiusura soddisfacente ed emozionante. La sua crescita personale rimane così impressa nella memoria degli spettatori senza bisogno di ulteriori sviluppi.
l’eredità di The Queen’s Gambit e i rischi legati a una seconda stagione
perché la storia deve fermarsi in un punto perfetto
Il finale della serie rappresenta il momento ideale per chiudere definitivamente le vicende di Beth Harmon. Disrupting this carefully crafted conclusion potrebbe danneggiare l’immagine complessiva dell’opera, impedendo a nuovi spettatori di riscoprirla come un capolavoro autoconclusivo. La perfezione narrativa raggiunta consente a chi guarda di rivivere più volte gli stessi episodi senza perdere interesse o emozione.
Nonostante ci siano possibilità narrative per espandere ulteriormente il racconto attraverso nuove stagioni, queste potrebbero rischiare di snaturare l’essenza originale della storia. Beth esce dall’arco narrativo come una figura forte ed emblematica del coming-of-age femminile; proseguire oltre potrebbe compromettere questa immagine iconica.
- Anya Taylor-Joy