Wake up dead man un film sorprendente che ha salvato la serie dei film knives out
analisi di “Wake Up Dead Man”: una variazione nelle sfumature dei film di Benoit Blanc
Il prossimo debutto di “Wake Up Dead Man” si inserisce in una serie di pellicole che, pur condividendo l’elemento del detective Benoit Blanc, esplorano approcci narrativi e stilistici differenti. Questa produzione si distingue per una meno marcata centralità del cast rispetto ai precedenti capitoli, concentrandosi più su temi spirituali e filosofici che sul classico meccanismo di sospetto. La pellicola, prevista per il 26 novembre 2025, dura 145 minuti e si inserisce in un percorso che ha consolidato il genere dei mistery con un approccio metanarrativo e innovativo.
la struttura narrativa e l’orientamento tematico
una svolta inattesa rispetto alle convenzioni del franchise
Nel contesto delle storie di Benoit Blanc, “Wake Up Dead Man” si differenzia per un focus maggiore sulle tematiche di fede, spiritualità e responsabilità personale. La sceneggiatura, in questa occasione, predilige un’introspezione che va oltre il classico whodunit, rischiando di mettere in secondo piano il mistero principale. É una scelta che invita lo spettatore a riflettere sui motivi e le implicazioni morali, lasciando alcuni personaggi in secondo piano. Diversamente dai film precedenti, dove attori come Ana de Armas o Janelle Monáe brillavano su tutti, questa volta l’attenzione si alterna tra i dettagli del caso e profonde questioni esistenziali.
l’approccio ai personaggi e la gestione del cast
un cast più contenuto, meno protagonisti
In “Wake Up Dead Man”, il protagonista è Padre Jud Duplicity, interpretato da Josh O’Connor. Intorno a lui ruotano alcuni membri del cast che, pur avendo motivi e ruolo, risultano meno incisivi rispetto ai predecessori. La maggior parte di loro si limita a contribuire alla tessitura della trama senza assumere un ruolo centrale, il che può deludere chi si aspettava di vedere attori come Kerry Washington, Andrew Scott o Cailee Spaeny protagonisti di narrazioni più corpose. La scelta di ridurre i personaggi principali permette comunque di concentrarsi sul conflitto tra fede e moralità, con un risultato che punta più alla riflessione che al semplice intrigo.
la sperimentazione narrativa e i modi di giocare con le aspettative
una rielaborazione delle regole del genere
Rian Johnson, regista e sceneggiatore, conferma la sua abilità nell’alterare i canoni del genere murder mystery. Con questa pellicola, il regista realizza un vero e proprio doppio inganno narrativo, iniziando con un approfondimento dettagliato del personaggio di Jud prima ancora dell’ingresso di Benoit Blanc. La trama si concentra anche sui temi della fede e del rapporto con il divino, spostando l’attenzione dallo splendido puzzle del caso alla dimensione spirituale e politica.
Questo approccio permette di creare un certo senso di suspense, dove il vero mistero non è solo come è stato commesso il delitto, ma soprattutto perché è stato progettato in modo così eccessivo. La rivelazione finale si concentra meno sulla soluzione dell’omicidio e più sulla motivazione e sull’interpretazione simbolica della scena, confermando come Johnson ami manipolare le aspettative del pubblico.
il cast di “Wake Up Dead Man”
Il cast comprende
- Josh O’Connor nel ruolo di Padre Jud Duplicity
- Kerry Washington
- Andrew Scott
- Cailee Spaeny
- Glenn Close nel ruolo di Martha Delacroix
- Josh Brolin
Tra questi, la figura di Glenn Close emerge come quella dell’artefice della trama, con il suo personaggio rivelatosi come l’ideatrice della strategia criminale. La maggior parte degli attori ha un ruolo secondario, ma contribuiscono all’atmosfera generale di introspezione e tensione morale.