Vince gilligan pluribus: come evitare che i personaggi ripetano schemi da breaking bad e better call saul
pluribus: la nuova serie di Vince Gilligan conquista Rotten Tomatoes con il 100% di valutazioni positive
La recentissima produzione di Vince Gilligan, Pluribus, sta raccogliendo unanimi consensi dalla critica, grazie a una valutazione perfetta su Rotten Tomatoes, dove ha ottenuto il massimo punteggio di 100%. Con una trama che si distingue per originalità e qualità recitativa, la serie sta rapidamente affermandosi come uno dei titoli più interessanti di questa stagione televisiva. In questo approfondimento vengono analizzati i motivi del successo di Pluribus e l’eventuale rischio di seguire schemi già noti, richiamando le esperienze precedenti di Gilligan.
le recensioni positive e il paragone con severance
Le critiche si sono concentrate principalmente sulla qualità dell’interpretazione degli attori e sull’originalità del soggetto. Tra i punti di forza si evidenziano la narrazione coinvolgente e un cast di alto livello. Tra i riconoscimenti più importanti, Bob Odenkirk, noto per il suo ruolo in Breaking Bad, ha definito Pluribus come “il prossimo Severance“, facendo riferimento all’ambiziosa serie sci-fi acclamata come capolavoro del genere. Ben due episodi sono già stati trasmessi, mettendo in evidenza una protagonista, interpretata da Rhea Seehorn, che incarna una donna infelice, immune dal virus che rende felici quasi tutti gli abitanti della Terra. Questo elemento introduce un punto di domanda sullo sviluppo futuro e sulla direzione narrativa del titolo.
il pattern di vincent gilligan e il rischio di prevedibilità
una tendenza alle distruzioni dei personaggi secondari
Gilligan ha un pregresso che evidenzia una certa predilezione nel creare dinamiche narrative che portano alla perdita drastica dei personaggi secondari più amati dal pubblico. In Breaking Bad e Better Call Saul si sono visti esempi lampanti: Jesse Pinkman e Kim Wexler, ritenuti dai fan personaggi fondamentali, sono stati entrambi “distrutti” dal protagonista anti-eroe, lasciando un segno indelebile. La scena finale di Jesse, che si allontana in auto senza più il sentimento di spavalderia, rappresenta uno dei momenti più toccanti della serie.
il rischio di ripetizione in Pluribus
Analizzando il possibile sviluppo di Pluribus, si nota come l’autore potrebbe cadere nello schema di distruggere le figure secondarie, come già successo in passato. La presenza di Zosia, che funge da collegamento tra Carol e il “pensiero collettivo” adottato come modus operandi, porta con sé il pericolo che il suo personaggio possa subire un destino simile a quello di Jesse o Kim. Nonostante ciò, si auspica che Gilligan sfrutti questa figura in modo più approfondito, evitando di seguire sempre gli stessi modelli di narrativa.
perché zosia potrebbe essere la chiave per una narrazione diversa
Nel secondo episodio di Pluribus, Zosia emerge come un potenziale cattivo, ponte tra il mondo di Carol e una sorta di “mente collettiva” che intende guarire la protagonista tramite gentilezza. La sua caratterizzazione suggerisce una maggiore autonomia, e il suo eventuale ruolo antagonista potrebbe rappresentare una svolta interessante, diversa dai destini già visti in altre serie di Gilligan. Data la sua natura complessa, si spera che l’autore scelga di sfuggire ai modelli di distruzione che hanno segnato le serie precedenti.
Questo sviluppo risulta fondamentale per mantenere vivo l’interesse e preservare l’originalità di Pluribus. Seguire lo schema di un sacrificio o di una rovina di personaggi secondari potrebbe risultare prevedibile e penalizzante per un brain behind della qualità come Gilligan.
personaggi e attori principali del cast
- Rhea Seehorn nel ruolo di una donna insoddisfatta
- Bob Odenkirk come insight e confronto
- Zosia — possibile antagonista emergente