I dieci migliori thriller giornalistici che ti tengono col fiato sospeso
Il genere del thriller si presta particolarmente a narrare storie che ruotano attorno alla professione giornalistica, e molte delle pietre miliari del cinema thriller si sono concentrate sul quarto potere. Nel corso degli ultimi cinquant’anni, il genere ha maturato una propria identità, distinguendosi nettamente da altri filoni come azione o horror. Spesso, gli elementi di questi generi si mescolano, ma senza prevalere. La rappresentazione del giornalismo, legata a momenti storici di grande rilievo, rende queste opere cinematografiche estremamente raffinate, sia dal punto di vista tematico sia stilistico. La varietà di approcci e temi affrontati all’interno di questa sotto categoria è vasta, rendendo ogni film unico nel suo genere.
state of play (2009)
State of Play è stato ideato come omaggio ai thriller politici degli anni ’70, riproponendo un approccio più moderno per gli anni 2000. La trama ruota attorno a un membro del Congresso assassinato e a un giornalista che scopre un complotto di ampia portata dietro il delitto. La narrazione, ricca di colpi di scena, si distingue per la sua concezione moderna e per le interpretazioni di alto livello, in particolare quella di Russell Crowe. Sebbene abbia ricevuto consensi dalla critica, il suo incasso non è stato all’altezza delle aspettative, portando il film a una discreta sottovalutazione nel panorama cinematografico recente. La sua capacità di anticipare tematiche attuali e la sua pulizia narrativa sono elementi che meritano una maggiore attenzione.
the girl with the dragon tattoo (2011)
La trilogia Millennium di Stieg Larsson ha rivoluzionato il thriller letterario, e la versione cinematografica di David Fincher ha reso giustizia al suo racconto complesso e disturbante. La storia segue un ex giornalista finanziario assunto per risolvere un omicidio rimasto irrisolto, collaborando con una donna enigmatica. Il ruolo del giornalismo in questa vicenda è marginale, ma il suo ruolo nel tessere la trama e nell’indagare i misteri è cruciale. Il film, caratterizzato da uno stile visivo distintivo e narrazione paziente, si distingue per la sua profondità e per la capacità di suggerire molto più di ciò che mostra, coinvolgendo lo spettatore in un’analisi che può risultare scomoda. Il risultato è un thriller ricco di strati narrativi e atmosfere inquietanti.
nightcrawler (2014)
Nel panorama dei thriller giornalistici, Nightcrawler si distingue per il suo trattamento cinico e disincantato. Racconta di un uomo alla ricerca di successo che, spinto dal bisogno di denaro, si dedica a riprendere scene di crimini violenti, spingendosi a limiti sempre maggiori. Il film, dalle atmosfere neo-noir, si avvicina al genere horror, riflettendo sulla maxima inquietante della professione giornalistica quando viene messa sotto pressione senza scrupoli. La narrazione mette in discussione l’integrità della professione e invita a riflettere sul ruolo dei media nella percezione sociale, mostrando un quadro disilluso e disturbante.
shattered glass (2003)
Sebbene abbia avuto un successo limitato, Shattered Glass si colloca tra i thriller giornalistici più interessanti degli ultimi decenni. Basato su una vicenda reale, analizza il caso di un giovane giornalista di successo che si scopre artefice di falsificazioni nelle proprie fonti di notizie. Il film si distingue per il suo focus sul problema dell’etica nella professione, portando in scena un conflitto interno tra desiderio di successo e integrità. Hayden Christensen offre una performance notevole, e il ritmo serrato mantiene alta la tensione, anche se le implicazioni sono di portata più analogica che globale, con un forte rimando alla crisi di veridicità nel contesto politico degli anni 2000.
absence of malice (1981)
Considerato tra i thriller più sottovalutati degli anni ’80, Absence of Malice affronta il tema dell’interazione tra legge e giornalismo. La storia vede una giovane giornalista ingenua coinvolta in un caso legale, manipolata da interessi occulti, e costretta a confrontarsi con le ripercussioni del suo operato. La pellicola si distingue per le interpretazioni di Sally Field e Paul Newman, capaci di dare umanità e profondità a un percorso narrativo complesso. Meno adrenalinico di altri thriller, il film si distingue per il suo approccio riflessivo e la capacità di evidenziare le sfide etiche e i dilemmi morali che affrontano i professionisti dell’informazione.
network (1976)
Il rinascimento del giornalismo televisivo degli anni ’70 ha portato a film come Network, che satirizzano l’avvento delle news in onda e la loro influenza sulla società. La pellicola narra la storia di un anziano conduttore a cui una crisi di nervi e un discorso spontaneo ispirano un canale a puntare su un’informazione più sensazionalistica e provocatoria. Premiato con quattro Oscar, tra cui miglior film, rappresenta una riflessione acuta sull’influenza dei media e sul rapporto tra potere e informazione. Con un tono che sfocia nel black comedy, il film smaschera le contraddizioni e le follie di un’epoca, rimanendo incredibilmente attuale nel dibattito sulla verità e sulla manipolazione mediatico-cittadina.
the post (2017)
The Post, anche prima che diventasse un fenomeno di nicchia, rappresenta un esempio magistrale di thriller giornalistico. La pellicola narra il coraggio di Katherine Graham, prima donna a dirigere il Washington Post, impegnata a smascherare i Pentagon Papers e a difendere la verità contro il potere costituito. Con una narrazione semplice ma efficace, e grazie alla regia di Steven Spielberg, il film trasmette un messaggio di speranza e integrità, celebrando il ruolo fondamentale della stampa. Ricco di dettagli storici e interpretazioni di livello, si impone come un esempio di cinema impegnato e coinvolgente, anche se oggi spesso sottovalutato rispetto ad altri successi del regista.
all the president’s men (1976)
Il film basato sul libro di Woodward e Bernstein sulla scena di Watergate si configura come il documentario cinematografico definitivo sul caso. La narrazione segue le indagini di due giornalisti che scoprono il coinvolgimento dell’amministrazione Nixon in un furto e una copertura che coinvolge i vertici dello Stato. L’uso sapiente del sound design e l’atmosfera di paranoia avvince lo spettatore, facendo di All the President’s Men un punto di riferimento per il cinema di inchiesta e thriller politico. La sua capacità di coniugare approfondimento storico e suspense lo rende un film imprescindibile, ancora oggi capace di parlare di verità, potere e corruzione senza tempo.