Deluso dal finale della stagione 2 di the last of us ecco come sarebbe potuto essere migliore
La seconda stagione della serie TV “The Last of Us” ha suscitato un ampio dibattito tra gli appassionati, soprattutto per alcune scelte narrative e il modo in cui sono state sviluppate le storie dei personaggi principali. Questo approfondimento analizza criticamente gli aspetti più controversi e le differenze rispetto alla narrazione originale del videogioco, con particolare attenzione all’efficacia emotiva, ai personaggi coinvolti e alle implicazioni future per la serie.
analisi della conclusione della seconda stagione di “the last of us”
il finale: una chiusura insoddisfacente
Il capitolo conclusivo della seconda stagione si presenta come un episodio ricco di colpi di scena, tra cui la tragica morte di Jesse e l’arresto di Ellie da parte dei Seraphites. La sua gestione temporale e narrativa ha portato a una sensazione di insoddisfazione generale. La rapidità con cui vengono trattati eventi così cruciali – come l’uccisione di Owen e Mel o l’arresto di Ellie – riduce il peso emotivo che tali momenti avrebbero potuto avere se approfonditi adeguatamente.
Inoltre, il finale si conclude con un cliffhanger improvviso che lascia molti interrogativi irrisolti, specialmente riguardo alla persona che ha sparato il colpo e alle conseguenze immediate delle azioni dei protagonisti. Questa scelta narrativa sembra voler rimandare alcuni dettagli alla prossima stagione, ma rischia di lasciar troppo spazio a una percezione di incompletezza.
criticità nella rappresentazione dei personaggi principali
L’evoluzione di Ellie e Dina in un arco narrativo troppo accelerato
Uno degli aspetti più discussi riguarda lo sviluppo del rapporto tra Ellie e Dina. La loro relazione si svolge nell’arco di pochi giorni, rendendo difficile per lo spettatore immergersi pienamente nelle dinamiche emozionali tra i due personaggi. Le scene più intime risultano essere troppo rapide e poco approfondite, compromettendo la costruzione empatica necessaria per una conclusione soddisfacente.
Anche la storyline dell’ultimo viaggio in Seattle appare troppo compressa: molte decisioni importanti vengono prese senza un adeguato tempo dedicato alla loro analisi o al confronto tra i protagonisti. Questa scelta ha contribuito a creare una sensazione di superficialità nei momenti chiave del racconto.
differenze tra narrazione televisiva e videogioco: cosa avrebbe potuto funzionare meglio?
L’importanza del punto di vista esclusivamente su Jackson
Sono stati evidenziati alcuni limiti nel mostrare le prospettive esterne ai personaggi principali provenienti da Jackson. La presenza dispersiva delle fazioni WLF e Seraphites, oltre alle sottotrame legate ad altri personaggi come Isaac o i soldati WLF, ha creato una narrazione frammentata che ha reso meno incisivi alcuni momenti cruciali. Una strategia più efficace avrebbe potuto essere quella di concentrare maggiormente l’attenzione sulle vicende interne ai protagonisti principali prima di ampliare lo sguardo verso i conflitti esterni.
Nella visione alternativa suggerita dagli esperti, sarebbe stato preferibile limitare le informazioni sulle fazioni solo a ciò che i personaggi conoscono realmente, evitando così sovraccarico narrativo che può confondere lo spettatore meno informato rispetto alla trama complessiva.
difficoltà nello sviluppo delle storie secondarie in Seattle
L’approfondimento delle relazioni tra Ellie & Dina rispetto alle altre sottotrame
Un’altra critica riguarda l’insufficiente tempo dedicato allo sviluppo del rapporto tra Ellie e Dina durante le fasi cruciali della ricerca ad Seattle. La ridotta durata delle sequenze dedicate alla coppia non permette un coinvolgimento emotivo profondo né la comprensione completa delle motivazioni dei protagonisti.
I momenti più significativi – come la confessione sulla vera natura del massacro operato da Joel o il desiderio condiviso di diventare genitori – risultano essere troppo condensati in poche scene caotiche, riducendo l’impatto emotivo complessivo.
Sarebbe stato opportuno espandere questa parte della narrazione attraverso episodi dedicati o inserire scene più lunghe per favorire una maggiore connessione con gli spettatori.
aspettative per la terza stagione: il ruolo centrale di abby
l’approfondimento della storia personale dell’antagonista principale
L’arrivo della terza stagione promette uno sguardo dettagliato sulla figura di Abby sotto il punto di vista narrativo. Attraverso i tre giorni trascorsi a Seattle dal suo punto di vista, sarà possibile colmare molte lacune presenti nella versione attuale dello show.Questo approccio dovrebbe offrire un quadro più completo sui conflitti interni alle fazioni WLF e Seraphites , oltre a fornire uno spaccato più intimo sulla moralità complessa del personaggio.
Pianificando questa narrazione dall’interno della prospettiva di Abby, si prevede che la trama possa risultare molto più appagante rispetto alla fase attuale, con storie personali ben integrate nel contesto post-apocalittico globale.
sintesi finale: cosa aspettarsi dalla prossima stagione?
- Miglioramento nell’approfondimento psicologico dei personaggi;
- Evoluzione delle dinamiche relazionali tra Ellie, Dina e gli altri protagonisti;
- Pieno focus sui conflitti interni ed esterni nelle aree urbane come Seattle;
- Narrativa più equilibrata tra vicende personali ed eventi collettivi;
- Adozione di uno stile più lento ma approfondito nel trattamento delle trame secondarie.