Controversie agli Oscar: Le Nuove Accuse di “Jewface” e le Nomination che Fanno Discutere

Le recenti nominations agli Oscar del 2024 hanno acceso nuovamente le polemiche attorno alla controversia del “Jewface” nel cinema. La situazione è emersa in seguito al riconoscimento dato a due film specifici per il loro make-up e hairstyling, pur presentando attori non ebrei nei ruoli principali. La discussione ruota intorno all’utilizzo di protesi facciali, inclusi finti nasi, per interpretare personaggi ebrei, sollevando questioni etiche e culturali all’interno dell’industria cinematografica.

Polemiche e difese
Bradley Cooper e Dame Helen Mirren sono al centro delle critiche per aver interpretato, rispettivamente, il compositore Leonard Bernstein nel biopic “Maestro” e Golda Meir, quarto Primo Ministro di Israele, nel film “Golda”. Entrambi hanno indossato protesi per assomigliare di più ai personaggi che interpretavano, il che ha provocato reazioni miste riguardo all’appropriazione culturale e all’incoraggiamento di stereotipi antisemiti.

La famiglia di Bernstein ha difeso la decisione di Cooper di mostrare il ‘bel naso grosso’ del loro padre, mentre il comico David Baddiel e altri utenti dei social media hanno espresso la loro disapprovazione, denominando le nominations degli Oscar come un premio al “Jewface”.

Alcuni professionisti del settore, come Kazu Hiro, responsabile della trasformazione di Cooper in Bernstein, e la stessa Mirren, hanno espresso rammarico per aver urtato la sensibilità di alcune persone e hanno riconosciuto la possibilità che ci sia qualcosa di offensivo nell’adottare determinate caratteristiche fisiche per interpretare una certa etnia.

Nominations e reazioni contrastanti
Una parte del pubblico non è d’accordo con queste critiche. Un utente di Twitter ha sottolineato che anche Nicole Kidman fu premiata per aver indossato un naso finto nell’interpretare Virginia Woolf nel film del 2002 “The Hours”, e non ci furono contestazioni simili.

Non mancano i commenti critici, come quello della famosa attrice britannica ebraica Tracy-Ann Oberman, che ha paragonato l’uso delle protesi al “blackface” o “yellowface”, e dell’attrice Dame Maureen Lipman, che ha criticato la scelta di casting di Dame Helen come Meir.

Inclusione e diversità a confronto
Queste nominations sollevano questioni più ampie sulla rappresentazione e inclusione nelle arti, mettendo a confronto l’autenticità nella rappresentazione delle diverse identità con la libertà artistica. La controversia si intensifica specialmente quando viene riconosciuto un merito per l’aspetto fisico tramite le nominations agli Academy Awards, ritenuto da alcuni un insensibile sostegno a pratiche discutibili sotto il profilo etico e culturale. Nel contesto odierno, si assiste a un dibattito continuo e necessario che coinvolge diversità, appartenenza e rispetto nelle scelte creative e nel riconoscimento dei talenti all’interno dell’industria cinematografica.


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