Mercoledì stagione due: recensione della serie Netflix tra novità e conferme

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il ritorno di mercoledì addams: una seconda stagione che conferma lo stile e le aspettative

Con l’arrivo della seconda stagione, Mercoledì Addams si ripresenta ai fan dopo tre anni dal debutto su Netflix. La serie, creata da Alfred Gough e Miles Millar, mantiene le caratteristiche che l’hanno resa riconoscibile, pur offrendo alcuni spunti di riflessione sulla sua evoluzione narrativa. Questa nuova tranche di episodi si inserisce in un contesto visivamente curato e narrativamente solido, ma non priva di elementi prevedibili e di una certa ripetitività rispetto alla prima stagione.

la trama e i temi principali della seconda stagione

I primi quattro episodi riprendono la racconto esattamente dove si era interrotto. Mercoledì (Jenna Ortega) ha trascorso l’estate ad affinare le sue capacità psichiche e a esplorare il Libro delle Ombre. Al suo rientro alla Nevermore Academy, trova un ambiente profondamente mutato: il nuovo preside, Barry Dort (Steve Buscemi), introduce cambiamenti significativi nella scuola. Il fratello Pugsley entra tra gli studenti, mentre la fama accumulata durante la prima stagione espone Mercoledì a nuove minacce.
L’ambientazione scolastica si arricchisce di nuovi personaggi e misteri oscuri, con visioni sempre più inquietanti e fantasmi del passato familiare che emergono. La protagonista si ritrova coinvolta in un’indagine complessa che interessa tutta la comunità di Jericho, tra pericoli nascosti e tensioni crescenti.

analisi dello stile narrativo e delle influenze culturali

La serie si collega direttamente a produzioni come Le terrificanti avventure di Sabrina o i racconti ambientati nel mondo magico di Harry Potter. La componente gotica, i toni dark e l’atmosfera scolastica sono elementi distintivi che rafforzano il legame con questo filone narrativo. La struttura degli episodi tende verso un racconto più verticale: molti risultano quasi autoconclusivi se ridotti nella durata.
Tale scelta comporta un rischio di perdita di tensione orizzontale, favorendo momenti di approfondimento o digressione che rischiano di rendere meno incisivo il mistero centrale. La narrazione sembra così orientarsi verso territori noti ai fan del genere seriale comfort zone: i personaggi si muovono in ambientazioni familiari, mentre gli eventi sorprendono poco e spesso sono più focalizzati sui drammi relazionali tra Mercoledì ed Enid.

mercoledì addams»: punti forti e limiti della seconda stagione

I punti deboli risiedono nella prevedibilità dei colpi narrativi e nella mancanza di audacia nel deviare dalla formula consolidata. La serie presenta un’estetica molto curata, con uno stile gotico-pop-burtonesque, ambientazioni scolastiche da outsider e dinamiche rassicuranti ma poco innovative.
Pressoché invariata rispetto alla prima stagione è anche la struttura narrativa: spaziando tra momenti visivamente affascinanti ma spesso statici, rischia talvolta di appesantire la storia senza offrire grandi sorprese.

la protagonista Jenna Ortega: una presenza imprescindibile

Jenna Ortega, interprete principale nei panni di Mercoledì Addams, dimostra ancora una volta un controllo totale sul personaggio. La sua interpretazione va oltre l’aspetto estetico: Mercoledì emerge come una figura coerente, consapevole delle proprie peculiarità ed estremamente efficace nel trasmettere freddezza con un tocco tragicamente divertente.
L’attrice riesce a dare spessore anche ai momenti più meccanici della sceneggiatura, rimanendo il motivo principale per seguire questa produzione fino all’attesa della seconda metà della stagione. Tra gli ospiti speciali annunciati figura anche Lady Gaga.

sintesi finale: tra fascino visivo ed evoluzione possibile

Dopo otto episodi della prima parte e quattro della seconda stagiona> Mercoledì rimane una serie solida dal punto vista visivo ed interpretativo. Riconosciuta per il suo stile unico e per l’attenzione ai dettagli estetici gothico-pop-burtonesque

. Resta però aperta la domanda sulla reale capacità del prodotto di evolversi senza perdere le radici che lo hanno reso popolare.
Per ora è evidente come questa narrazione continui ad essere molto fedele alle proprie coordinate stilistiche ed emotive.

  • Cristiano Bolla
  • Sofia Ricciardi
  • Luca Moretti
  • Annalisa Ferrara
  • Mario Russo

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