La recensione di The Perfect Couple: La versione Netflix di The White Lotus è seducente ma non del tutto convincente

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Il connubio tra un giallo nello stile di “Big Little Lies” e un ambiente che evoca “The White Lotus” sembrava promettente, soprattutto con un cast di alto profilo e la regia di Susanne Bier. Il risultato finale di The Perfect Couple è deludente: sebbene riesca a catturare l’attenzione, si conclude lasciando una sensazione di insoddisfazione.

Sinossi di The Perfect Couple

Ambientata nella soleggiata e lussuosa Nantucket, la trama si sviluppa attorno a un matrimonio molto atteso, quello tra Benji Winbury, proveniente da una famiglia influente, e Amelia Sacks, una giovane che non appartiene al mondo dell’elite sociale. La madre dello sposo, Greer, è una nota scrittrice e non vede di buon occhio l’unione. Il matrimonio, però, viene compromesso da un drammatico evento che segna la festa: una morte tra gli invitati.

Un cast di artisti rinomati

I primissimi momenti di The Perfect Couple richiamano alla mente la struttura narrativa di “Big Little Lies”, anche in virtù della partecipazione di Nicole Kidman a entrambi i progetti. Approcciando il tema della ricchezza con un tocco di ironia, la narrazione inizialmente risulta accattivante, ma perde rapidamente di intensità, portando a una critica sociale poco incisiva. Il cast, di altissimo livello, dimostra buone performance, sebbene la scrittura non riesca a sviluppare personaggi che si discostino da stereotipi già ampiamente esplorati in passato.

Nicole Kidman, negli ultimi anni, sembra ripetere un ruolo che ricopre da tempo: quello di una figura fredda con segreti da nascondere. Al contrario, Liev Schreiber avrebbe potuto beneficiare di un maggiore spazio narrativo per esplorare la complessità del suo personaggio. La coppia Jack Reynor e Dakota Fanning emerge come la più divertente, grazie a dinamiche umoristiche e relazioni complicate, mentre Isabelle Adjani riesce a rubare la scena con battute memorabili.

Le interpretazioni di Eve Hewson e Meghann Fahy si distinguono per una presenza magnetica, in quanto incarnano due amiche che, sebbene diverse, condividono un legame profondo, ognuna con le proprie difficoltà interiori.

Un confronto sociale privo di incisività

A livello narrativo, il contrasto tra le classi sociali, evidenziato attraverso la rappresentazione delle famiglie degli sposi e del capo della polizia Dan Carter, risulta efficace solo in parte. Risulta difficile empatizzare con i personaggi agraciati da privilegi, svelando un’immagine di una ‘normalità’ distante dall’ammirazione. Il ricorso a situazioni quasi soap opera inficia la possibilità di raggiungere il sarcasmo e l’ironia di serie precedenti come Desperate Housewives e “The White Lotus“.

La decostruzione dell’immagine di una famiglia perfetta avviene in modo eccessivamente lento. La regia di Susanne Bier e le scenografie mozzafiato di Nantucket non riescono a contrastare il sopraggiungere della noia durante la visione. La risoluzione del mistero, pur essendo sorretta da rivelazioni, sembra schiacciata dal numero eccessivo di personaggi, rendendo le loro parti utili ma non fondamentali.

Considerazioni finali

In definitiva, The Perfect Couple appare come un progetto giunto sui piccoli schermi con una certa durata, capace di presentarsi come un intrattenimento gradevole ma superficiale, ideale per un periodo estivo. Un formato cinematografico, come quello di Knives Out, si sarebbe rivelato più adatto per un adattamento del romanzo.


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