Film sulla preistoria su Netflix: la domanda che tutti si pongono

Un racconto epico ambientato 20.000 anni fa ha ritrovato nuova popolarità sulla piattaforma di streaming, suscitando curiosità tra gli spettatori per un aspetto enigmatico.
il successo di alpha su netflix
Dopo un lungo periodo di silenzio, Alpha è tornato a far parlare di sé grazie al suo arrivo su Netflix. Uscito nel 2018, il film non aveva riscosso particolare attenzione all’epoca della sua distribuzione nelle sale cinematografiche. Ora ha riacquistato visibilità grazie al pubblico della piattaforma streaming, che lo sta riscoprendo e condividendo con entusiasmo. Ambientato durante l’ultima era glaciale, Alpha narra una storia di sopravvivenza, amicizia e connessione con la natura che affascina spettatori di ogni età.
la trama avvincente di alpha
La storia segue le avventure di Keda, interpretato da Kodi Smit-McPhee, un giovane cacciatore che si trova ferito e separato dal proprio gruppo. Costretto ad affrontare un mondo preistorico gelido e ostile per cercare la via del ritorno a casa, Keda incontra un lupo solitario anch’esso ferito. Tra i due si sviluppa un legame profondo e inaspettato, diventando il fulcro narrativo del film. Alpha, oltre a essere un’avventura emozionante, offre anche una riflessione suggestiva su come possa essere nato il rapporto tra uomo e cane, uno dei più antichi nella storia dell’umanità.
un linguaggio misterioso: beama
Un elemento intrigante del film è rappresentato dalla lingua parlata dai personaggi: un idioma misterioso e sconosciuto. Non si tratta infatti di una lingua antica realmente esistente; è stata completamente inventata da zero. Per conferire realismo alla narrazione ambientata oltre 20.000 anni fa, i creatori hanno scelto di abbandonare le lingue moderne e costruire una lingua plausibile per quell’epoca.
creazione della lingua beama
L’idoma Beama è stato concepito appositamente per il film dalla linguista e antropologa Christine Schreyer, docente alla University of British Columbia. La Schreyer ha già collaborato alla creazione di linguaggi artificiali in produzioni come Man of Steel e Power Rangers. Beama trae ispirazione da diversi protolinguaggi ipotetici come il proto-nostratico o il proto-eurasiatico ed è stato sviluppato utilizzando tecniche di ricostruzione linguistica unite a una buona dose d’immaginazione.
- Agnese Albertini;
- Kodi Smit-McPhee;
- Jóhannes Haukur Jóhannesson;
- Christine Schreyer;
- Albert Hughes;
difficoltà nell’apprendimento della lingua beama
L’elaborazione di Beama non ha comportato semplicemente assemblare suoni casuali; sono stati necessari mesi di studio e la traduzione dell’intera sceneggiatura in questa nuova lingua. Ogni battuta doveva risultare pronunciabile e comprensibile nei vari contesti emotivi. Gli attori hanno dovuto apprendere nuovi fonemi e frasi completamente diverse da quelle consuete. Secondo Jóhannesson, Beama “non è solo una serie di suoni inventati ma una lingua strutturata con coerenza e maestria“. Grazie a questo impegno creativo, Alpha sorprende per l’autenticità raramente vista nel cinema storico o preistorico.
aesthetic and innovation in alpha
Sotto la direzione di Albert Hughes, il film è stato lodato anche per la sua estetica raffinata, le inquadrature straordinarie e il ritmo contemplativo. Con passare degli anni, l’uso audace del linguaggio ha contribuito a farne un piccolo cult su Netflix. Gli spettatori sono attratti dalla scelta innovativa di raccontare una storia così antica attraverso parole mai sentite prima ma che sembrano familiari.