10 film horror sottovalutati da non perdere

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Il panorama cinematografico dell’orrore è ricco di pellicole dallo stile unico e dalla forte valenza innovativa, molte delle quali spesso vengono trascurate o ingiustamente sottovalutate nel tempo. Mentre titoli come L’Esorcista o Hereditary dominano le conversazioni più recenti, esistono capolavori meno noti che hanno lasciato un’impronta indelebile sul genere horror. Questi film nascosti tra le pieghe della storia offrono una varietà di approcci: dal surreale al grottesco, dal divertissement macabro alla poesia oscura, contribuendo a plasmare e arricchire gli orizzonti dell’orrore cinematografico.

the abominable dr. phibes (1971)

Vincent Price interpreta il ruolo dell’eccentrico e inquietante Dottor Anton Phibes in The Abominable Dr. Phibes. Il protagonista, un genio disfigurado, si vendica degli chirurghi ritenuti responsabili della morte di sua moglie. Ambientato in un’atmosfera ricca di stile art déco e raffinatezza macabra, il film mescola elementi teatrali, umorismo nero e scene di carnage stilizzato. Le sue uccisioni, ispirate alle piaghe bibliche, aggiungono un tocco di grotesco raffinato, trasformando ciascun omicidio in una vera e propria opera d’arte macabra fino a un epilogo dalle sfumature estremamente cupe.
Pur spesso oscurato dagli altri lavori di Price, Dr. Phibes si conferma tra le interpretazioni più inventive e originali dell’attore. Si tratta di un horror che abbraccia l’, creando un villain carismatico che cattura l’immaginazione degli spettatori. La combinazione tra ingegnosità, humor nero e tipica teatralità rende questa pellicola una gemma nascosta e imprescindibile per gli amanti del genere.

november (2017)

Quest’opera di genere gotico, proveniente dall’Estonia, si distingue nel panorama horror grazie alla sua ambientazione in un villaggio del XIX secolo, immerso nel folklore e nelle tradizioni pagane. November narra di contadini che fanno ricorso a pratiche di magia nera, culti satanici e strumenti agricoli senzienti chiamati “kratts” per sopravvivere all’inverno rigido. Girato in bianco e nero, il film si presenta come un sogno febbrile, tra folklore e incubo.
Tra simbolismi ancestrali e immagini surreali, November esplora temi di avidità, amore e mortalità, intrecciando arte popolare e misticismo in un racconto che pare antico e nuovo allo stesso tempo. La sua atmosfera eterea e la profondità emotiva ne fanno un esempio di folk horror contemporaneo di grande fascino, spesso troppo poco considerato oltre i confini europei.

white zombie (1932)

White Zombie rappresenta il primo lungometraggio dedicato ai zombie cinematografici. Contrariamente alle successive rappresentazioni di necrofolle cannibali, qui le creature sono soggetti sotto incantesimo, frutto di magia voodoo. Interpretato dal leggendario Bela Lugosi nel ruolo del sinistro maître Murder Legendre, il film si svolge in Haiti, un’atmosfera carica di mistero e tensione.
Il film si distingue per la sua atmosfera inquietante, l’uso sapiente di ombre e luci e il ritmo lento, quasi onirico, che induce lo spettatore in un senso di permanente inquietudine. La performance di Lugosi è memorabile, consolidando il suo status di icona dell’horror oltre il suo ruolo più celebre di Count Dracula.
Seppur primitivamente realizzato rispetto ai canoni attuali, White Zombie è un vero e proprio documento storico. Ha stabilito le fondamenta della figura del zombie come mostro cinematografico, legato più a sogni di controllo spirituale e sottomissione che a virus apocalittici. Un classico che merita riscoperta e valorizzazione.

the old dark house (1932)

Il film di James Whale, The Old Dark House, rappresenta uno dei modelli più riusciti di horror gotico e commedia nera. La vicenda si svolge in una tempesta, quando alcuni viaggiatori si imbattono in una villa abitata da una famiglia bizzarra e inquietante. L’opera combina il fascino del genere horror con un’ironia tagliente e un umorismo mordace, dando vita a uno stile inconfondibile e molto influente.
Personaggi come Horace, il maestro di casa, e il silenzioso maggiordomo interpretato da Boris Karloff – già celebre per i ruoli horror – contribuiscono a creare un’atmosfera di tensione e comicità. Nonostante le opere successive di Whale, The Old Dark House ha il merito di aver isolato e perfezionato la struttura narrativa del “mistero in una villa stregata”, un trope oramai d’uso comune, ma in questa pellicola ancora molto efficace e originale.
Considerato un classico senza tempo, questo film è un esempio di horror vintage che unisce suspense, humor e atmosfere inquietanti, rimanendo uno dei lavori più rappresentativi della sua epoca.

satan’s little helper (2004)

Il film di Jeff Lieberman, Satan’s Little Helper, si distingue come una delle horror comedy più strane e sorprendente. La storia segue un ragazzino ingenuo che, credendo di partecipare a un videogioco, si allea senza saperlo con un serial killer mascherato. Con effetti volutamente semplici e un umorismo grottesco, il film mette in scena un’immersione disturbante nella violenza e nella satira sociale, anche attraverso il design inquietante delle maschere.
Il film affronta temi di insensibilità ai contenuti violenti e di una società troppo distratta da media e superficiale entertainment. La sua natura campy e i momenti di improvviso orrore lo rendono un cult sottovalutato, ma anche un esempio di come il cinema possa giocare con i limiti del genere horror, rimanendo sorprendentemente intelligente.

häxan: witchcraft through the ages (1922)

Partendo come un documentario, Häxan si evolve in un incubo visivo e surreale. Realizzato in silenzio e diretto da Benjamin Christensen, esplora la storia dell’caccia alle streghe, superstizione e isteria collettiva attraverso rievocazioni disturbanti, scene di tortura, possessioni e rituali satanici. Ricco di immagini shocking e allo stesso tempo didattico, il film si presenta come un’opera tra arte e antropologia, alla ricerca di un equilibrio tra documentario e horror.
Questa pellicola si distingue come una delle prime rappresentazioni del folk horror, anticipando temi e atmosfere che diventeranno classici del sottogenere. Criticata e bandita in alcuni paesi, è ormai riconosciuta come un capolavoro seminale del cinema muto, capace di rinnovarsi nel tempo attraverso nuove riedizioni e colonne sonore dal vivo.
Un’opera “scomoda” e profonda, che invita ad una riflessione sulla paura e sulla repressione sociale. Per appassionati di cinema storico e horror, Häxan rappresenta una tappa imprescindibile, tra arte e terapia collettiva.

he who gets slaps (1924)

Nel cinema muto, Lon Chaney si distingue con la sua interpretazione struggente di uno scienziato tradito che, umiliato e spezzato, trasforma il suo dolore in spettacolo grottesco. He Who Gets Slapped narra di un protagonista che, dalla sofferenza, si trasforma nel famoso burlone con sorriso eterno, simbolo di un’umanità ferita e irrisolta.
Il film si basa più sull’emozione e l’afflizione che su creature mostruose, e si avvale di effetti speciali primitivi molto efficaci e di immagini altamente simboliche. La performance di Chaney è un vero e proprio esempio di maestria nel cinema silent: un’impressionante meditazione sulla humiliazione e la vendetta che ancora oggi esercita un fascino inquietante.
Insieme ad altri capolavori dimenticati, He Who Gets Slapped ha lasciato un’importante eredità: ha aperto la strada alla rappresentazione di personaggi coraggiosi e tormentati in horror, anticipando tematiche oggi irrinunciabili come l’inganno, la follia e il lato oscuro dell’animo umano.

theatre of blood (1973)

In Theatre of Blood, Vincent Price si consacra ancora una volta come re del revenge horror, interpretando un attore teatrale che, tradito e umiliato, decide di vendicarsi uccidendo critici letterari e professionisti del mondo dello spettacolo, ispirandosi alle tragedie di Shakespeare. Le violenze incredibili, tra impalamenti, elettroshock e torte esplosive, si mescolano a un umorismo folle e sopra le righe, dando vita a un horror in stile cabaret.
Nonostante passi spesso inosservato tra i grandi classici di Price, Theatre of Blood> merita di essere riconosciuto per il suo spirito caustico e la sua inventiva. È una satira feroce contro l’arte snob e un’ode alle performance teatrali che lascia il pubblico divertito e scioccato allo stesso tempo, nella più pura tradizione di un cinema che ama spingersi oltre i limiti.
L’attore, interpretando con entusiasmo, anima ancora di più la storia di un villain che il pubblico si ritrova a sostenere. Un film che trasforma l’omicidio in spettacolo e che rimane un esempio di teatro e horror senza tempo.

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