Un film distrutto alla sua uscita diventa un capolavoro intoccabile

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l’evoluzione della percezione di un capolavoro cinematografico

Nel panorama del cinema, molte opere sono state inizialmente sottovalutate o fraintese, per poi essere rivalutate nel tempo come autentici capolavori. Un esempio emblematico è rappresentato da un film del 1980 diretto da Stanley Kubrick, tratto dal romanzo di Stephen King. Sebbene oggi sia riconosciuto come uno dei film horror più influenti di sempre, in fase di uscita fu accolto con grande scetticismo e critiche negative.

accoglienza iniziale e critiche dell’epoca

risposte contrastanti alla prima visione

Al momento della sua distribuzione, Shining non ottenne il successo sperato. Molti critici lo definirono un’opera priva di direzione e troppo fredda: il critico Gary Arnold lo descrisse come «un viaggio senza meta attraverso un incubo visivo e sonoro», mentre Pauline Kael lo giudicò «deludente e lento». La pellicola ricevette anche candidature ai Razzie Awards, simbolo di insuccesso, tra cui quella a Peggior Regista per Kubrick e a Peggior Attrice per Shelley Duvall.

critiche da parte dello stesso autore e del regista

Anche Stephen King manifestò pubblicamente il suo disappunto, affermando che il film rappresentava «un’autoillustrazione glaciale, priva di cuore, che non rispecchia il mio romanzo». Secondo l’autore, la mancanza di una componente emotiva e umana era evidente nel risultato finale, sostituita da un’estetica formalistica percepita come freddezza.

la trasformazione nel tempo e l’affermazione del capolavoro

dalla freddezza all’iconicità culturale

Dopo decenni dalla sua uscita, le valutazioni su Shining sono cambiate radicalmente. Le atmosfere inquietanti create da Kubrick, la fotografia innovativa di John Alcott, l’interpretazione intensa di Jack Nicholson e l’utilizzo pionieristico della steadicam hanno stabilito nuovi standard nel cinema horror e oltre. Scene memorabili come «Here’s Johnny!» o le gemelle nel corridoio sono diventate elementi iconici dell’immaginario collettivo.

L’eredità artistica moderna

I commenti positivi prevalgono oggi nelle analisi critiche contemporanee: si riconosce a questo film una capacità unica di trasmettere sensazioni di isolamento, follia e claustrofobia. Considerato uno dei migliori film mai realizzati, ha influenzato numerose opere successive ed è spesso citato in studi cinematografici in tutto il mondo.

a confronto con i giudizi iniziali: un cambio di prospettiva fondamentale

Dalla considerazione negativa ai riconoscimenti più elevati, la storia di questa pellicola dimostra come il passare del tempo possa rivoluzionare completamente una valutazione artistica. Oggi è unanimemente riconosciuto come un pilastro della settima arte, confermando che spesso bisogna andare oltre le prime impressioni per scoprire autentici capolavori.

  • Shelley Duvall (Wendy)
  • Jack Nicholson (Jack Torrance)
  • Theodore “Teddy” Daniels (Danny Lloyd)

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