Tempo di Esecuzione di The Brutalist: Scopri Perché È Così Lungo e Quali Sono i Suoi Intervalli

The Brutalist è un’opera cinematografica intensa che esplora la brutalità insita nel sogno americano. Si urmănto sul protagonista László Tóth, interpretato da Adrien Brody, un architetto ebreo-ungherese che, dopo aver superato l’orrore di un campo di concentramento, si trasferisce negli Stati Uniti. A Philadelphia, incontra il facoltoso Harrison Van Buren, impersonato da Guy Pearce, e suo figlio Harris, dando avvio a una proposta architettonica senza precedenti. Il film, diretto da Brady Corbet, ha ricevuto un notevole riconoscimento, ottenendo dieci nomination agli Academy Awards, inclusa quella per il miglior film e per la performance di Brody come miglior attore.
durata e struttura di The Brutalist
struttura del film: atti e epilogo
The Brutalist è suddiviso in quattro sezioni: due atti, un intervallo e un epilogo. Il primo atto, intitolato “Parte I: L’enigma dell’arrivo”, dura circa un’ora e 40 minuti e introduce il pubblico al mondo complesso di László, ambientato nel 1947. Questo segmento illustra le sue difficoltà iniziali negli Stati Uniti fino alla decisione dei Van Buren di affidargli la progettazione di un centro sociale.
Segue un intervallo prima di passare al secondo atto, “Parte II: Il nucleo duro della bellezza”, che riprende nel 1953 e si concentra sui conflitti di László con il suo lavoro e la sua vita personale, mostrando l’arrivo della moglie, Erzsébet, interpretata da Felicity Jones. La tensione aumenta quando Harrison Van Buren decide di interrompere il suo supporto al centro sociale, costringendo la famiglia Tóth a trasferirsi a New York.
L’epilogo finale, “La prima Biennale di Architettura”, sposta l’attenzione sulla nipote di László, Zsófia, che riflette sull’eredità del nonno e sul significato del suo lavoro.
importanza della lunga durata di The Brutalist
l’intervallo: una pausa simbolica
Al centro della narrazione, László affronta l’arduo compito di costruire un centro comunitario multifunzionale per i Van Buren. Questo progetto assorbe completamente le sue energie, e la costruzione prosegue anche durante l’intervallo del film, che funge da riflessione sull’ampio lasso di tempo necessario per realizzare il capolavoro. L’intervallo di 15 minuti serve a evidenziare il tempo trascorso nella creazione del centro, offrendo agli spettatori uno spazio per assimilare quanto visto.
motivazione del regista Brady Corbet per l’intervallo
l’esigenza di una pausa per il pubblico
L’intervallo è previsto alla fine del primo atto, permettendo agli spettatori di recuperare energie prima che la narrazione riprenda. Corbet ha specificato che questa pausa è stata pensata proprio per il pubblico, il quale potrebbe necessitare di un momento di ristoro durante la lunga visione. Nel corso dell’intervallo viene eseguita una musica per pianoforte, creando un’atmosfera di riflessione.
Il regista ha chiarito che il tempo di 15 minuti dell’intervallo è una scelta studiata, in quanto consente al pubblico di effettuare pause essenziali per utilizzare i servizi o rinfrescarsi prima della seconda parte. Inoltre, la stessa esperienza cinematografica si avvicina lungo linea a quella di binge-watching di una serie, dove è comune fare brevi pause.