Tariffare i film: la politica di trump spiegata da un economista

l’annuncio di trump: una possibile tassa del 100% sui film stranieri
Recentemente, il mondo dell’industria cinematografica ha assistito a una proposta sorprendente da parte di Donald Trump, che tramite il suo account ufficiale su Truth Social ha annunciato l’intenzione di imporre un tassa del 100% sui film prodotti al di fuori degli Stati Uniti. Questa iniziativa, ancora priva di dettagli operativi, suscita numerosi interrogativi riguardo alla fattibilità e alle implicazioni pratiche.
analisi della fattibilità di un’imposta sui film esteri
perché i film sono diversi dai beni tradizionali soggetti a tariffe doganali
Contrariamente ai prodotti come automobili o vini importati, i film rappresentano un bene intellettuale più complesso da tassare. Secondo esperti come Mark Blyth, la proposta risulta insensata, poiché non è semplice definire cosa potrebbe essere soggetto a tariffa e in quale fase del processo.
Le principali difficoltà includono la determinazione del momento preciso in cui applicare la tassa e chi dovrebbe pagarla. Si potrebbe pensare di tassare il biglietto d’ingresso o il budget totale del film, ma questa soluzione presenta limiti evidenti.
le complicazioni nel tariffe sui contenuti audiovisivi
Blyth sottolinea che un film non è un bene tangibile come una vettura o una bottiglia di vino francese. È piuttosto un prodotto culturale e creativo, spesso realizzato attraverso collaborazioni internazionali e location multiple. Per esempio, un blockbuster come “Interstellar” viene girato in diverse parti del mondo; quindi, applicare una tariffa sarebbe praticamente impossibile.
L’intervento si complicherebbe ulteriormente considerando aspetti come le fonti di finanziamento internazionali e le modalità di distribuzione digitale. La digitalizzazione dei contenuti rende difficile individuare il punto esatto di importazione per applicare eventuali tasse.
possibili effetti sulla produzione cinematografica negli stati Uniti
Cosa potrebbe incentivare le produzioni a rimanere negli stati Uniti?
Un altro aspetto sollevato riguarda l’efficacia di tali misure nel trattenere le produzioni cinematografiche all’interno degli USA. Blyth evidenzia che molte produzioni scelgono paesi con incentivi fiscali più vantaggiosi rispetto alla California, rendendo difficile mantenere gli investimenti sul territorio nazionale.
Senza incentivi competitivi o politiche mirate al rafforzamento delle competenze locali nel settore della produzione cinematografica, l’idea che una tariffa possa invertire questa tendenza appare poco realistica.
L’importanza delle competenze e delle risorse umane nella filiera produttiva
Blyth sottolinea che la mancanza di professionisti qualificati negli Stati Uniti rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla ripresa della produzione locale. La perdita delle competenze storiche nel settore ha portato molte attività altrove, dove si dispone ancora delle capacità tecniche necessarie.
- Personaggi: Mark Blyth (economista), Christopher Nolan (regista), set designer britannico
- Membri del cast: Tom Cruise (in “The Final Reckoning”), Kit Harington (in “Game of Thrones”)
- Ospiti: esperti del settore cinematografico e economisti specializzati in tariffe internazionali