Sylvester stallone e il fiasco del remake non ufficiale di un classico di clint eastwood

analisi di “Cobra”: un remake mascherato di “Dirty Harry”
Il film d’azione ad alta intensità “Cobra”, interpretato da Sylvester Stallone, rappresenta una reinterpretazione meno ufficiale del classico “Dirty Harry” diretto da Clint Eastwood. Questo lungometraggio, uscito nel 1986, si distingue per il suo stile violento e le sequenze ad alto impatto visivo, consolidando la sua posizione come un cult tra gli appassionati di cinema d’azione.
contesto e obiettivi di produzione
l’ascesa delle franchise di Stallone negli anni ’80
Negli anni ’80, Sylvester Stallone stava vivendo un periodo di grande popolarità grazie ai successi commerciali delle sue serie Rocky e Rambo. Con “Cobra”, l’attore ha tentato di avviare una nuova saga dedicata a un poliziotto anticonvenzionale che combatte contro una banda di serial killer a Los Angeles. Il film ha incassato complessivamente circa $160 milioni, confermandosi come un risultato soddisfacente sul mercato mondiale, anche se criticamente è stato molto meno apprezzato.
caratteristiche e influenze del film
similitudini con “Dirty Harry” e altri elementi condivisi
L’analisi superficiale rivela immediatamente alcuni parallelismi tra “Cobra” e “Dirty Harry”. Entrambi i protagonisti sono poliziotti dal carattere duro, che ignorano spesso le regole convenzionali per catturare i criminali più spietati. Tra gli attori coinvolti in entrambe le opere spiccano alcune figure: Reni Santoni interpreta Gonzales, partner del protagonista in entrambi i film; mentre Andrew Robinson, noto per aver interpretato Scorpio in “Dirty Harry”, appare anche in “Cobra” nei panni di Monte, un detective critico verso la brutalità del personaggio principale.
dettagli narrativi e omaggi cinematografici
“Cobra” narra della lotta contro una setta di assassini che mira a “purificare” la società eliminando i più deboli. La vera nemesi del protagonista è il criminale noto come The Night Slasher (Brian Thompson). La dinamica tra Cobra e il suo antagonista richiama quella tra Eastwood e Scorpio: nello scontro finale ambientato in un sito industriale isolato, si preferisce eliminare i criminali piuttosto che arrestarli. Il film rende omaggio anche all’apertura del sequel “Magnum Force”, con primi piani intensi della pistola del protagonista.
fonti ispiratrici e temi principali
“Cobra” si basa liberamente sul romanzo “Fair Game” di Paula Gosling, adattato nel 1995 anche nel film con William Baldwin e Cindy Crawford.
Sul piano tematico, il lungometraggio accentua la visione distorta della giustizia: Cobra tende a risolvere tutto con la forza senza aspettare l’intervento della legge. Sebbene questa impostazione rifletta alcune riflessioni su sistemi giudiziari inefficaci, lo stile adottato invita lo spettatore a lasciarsi coinvolgere dall’azione pura senza troppo pensare alle implicazioni morali.
difficoltà nel mantenere vivo il franchise
I motivi dell’insuccesso delle successive pellicole
Dopo il buon risultato economico ottenuto nel 1986, si era ipotizzato uno sviluppo ulteriore del personaggio attraverso sequel o spin-off. Nonostante le voci su possibili progetti televisivi o cinematografici—come uno sviluppo da parte del regista Robert Rodriguez—non sono mai stati concretizzati. Stallone stesso ha ammesso che avrebbe dovuto dirigere personalmente “Cobra”, ritenendo poi di non aver concentrato abbastanza energie sulla realizzazione originale.
A differenza dei successi planetari come “Rocky IV” o “Rambo: First Blood Part II”, che hanno raggiunto rispettivamente oltre 300 milioni di dollari al botteghino mondiale, “Cobra” ha raccolto circa la metà degli introiti previsti ma senza riuscire a generare una serie continuativa. La sua natura volutamente esagerata ed estetizzante potrebbe aver limitato l’interesse per ulteriori capitoli rispetto alla profondità narrativa offerta da altre saghe action dell’epoca.