Strange Darling: Recensione del Thriller di San Valentino che Sconvolge

Strange Darling: recensione del thriller horror di San Valentino
Il film Strange Darling è stato lanciato lo scorso giugno con un trailer che prometteva di essere “l’horror dell’anno”. La scelta di realizzare la pellicola su pellicola da 35 mm e l’esordio dell’attore Giovanni Ribisi alla fotografia hanno contribuito a creare grandi aspettative attorno al progetto.
Il periodo di pre-produzione si è rivelato piuttosto turbolento. Dopo sole due giornate di riprese, i responsabili della casa di produzione hanno deciso di interrompere il lavoro, ritenendo le riprese iniziali insoddisfacenti e poco promettenti. Questo ha portato a tagli significativi di sequenze e a dibattiti sull’eventuale sostituzione dell’attrice protagonista, Willa Fitzgerald, e sulla scelta di un nuovo montatore, per riorganizzare le riprese in modo lineare.
Struttura e narrazione: slasher-thriller psicologico
Presentandosi come uno slasher-thriller psicologico, Strange Darling è suddiviso in sei capitoli che richiamano lo stile di Tarantino. La trama ruota attorno a un serial killer, ponendo come punto di partenza la storia di un noto omicida attivo dal 2018 al 2022, ma si rivela solo uno strumento per manipolare le percezioni dello spettatore.
La non linearità dei capitoli complica la comprensione immediata degli eventi, rendendo la narrazione un puzzle da decifrare. La rivelazione che il serial killer non è l’identità presunta, ma una potenziale vittima, rappresenta un colpo di scena intrigante, sebbene le premesse possano risultare prevedibili.
Personaggi e sviluppi tematici: la complessità della violenza
Dalla prima interazione tra i protagonisti, emerge una dinamica che sovverte i ruoli tradizionali del genere, esemplificata dall’ambiguità del consenso e dalla libertà sessuale femminile. Il personaggio maschile, Kyle Gallner, inizialmente identificato come il serial killer, subisce una metamorfosi che lo riduce a vittima, creando una riflessione sul femminismo nel contesto della violenza.
Critica alla caratterizzazione e alla trama
Nel panorama del thriller, le figure femminili hanno spesso avuto poco spazio per una reale caratterizzazione. Nel caso di The Lady, interpretata da Willa Fitzgerald, la mancanza di profondità psicologica rende il personaggio poco convincente. Le motivazioni e il background rimangono avvolti nel mistero, privando la narrazione di spessore.
Inoltre, la struttura della storia, con capitoli disposti casualmente, appare come un artificio per mascherare una trama debole. Elementi di contenuto esplicito e scene di violenza servono a deviare l’attenzione dalla scarsa originalità della sceneggiatura.
Questioni di realismo e credibilità
Il risultato finale è un mix di superficialità e mancanza di profondità narrativa. La rappresentazione di temi delicati, come l’autolesionismo e l’uso di sostanze, non si allinea con un’adeguata sensibilità, sollevando interrogativi sull’accuratezza e sul realismo delle scene presentate.
Un futuro incerto per Strange Darling
Strange Darling non sembra destinato a lasciare un segno duraturo nel panorama cinematografico. Nonostante alcune scelte stilistiche apprezzabili, come la regia e la fotografia, la carenza di sostanza si fa sentire. I colpi di scena non bastano a colmare le lacune di una sceneggiatura inconsistente, portando a un finale prevedibile e insoddisfacente.
É probabile che la pellicola trovi posto tra i film dimenticati, un esempio di come non sempre la forma riesca a compensare la mancanza di contenuto.