Shaman: il futuro del cinema sugli esorcismi è originale?

Il genere horror ha spesso fatto affidamento sul tema della possessione, un elemento che ha raggiunto il suo apice con il successo di film come The Exorcist. Negli anni, questa tematica si è evoluta, talvolta ripetendosi in schemi consolidati o inserendo nuove prospettive culturali. Recentemente, l’attenzione si è spostata verso produzioni che cercano di rinnovare il filone, affrontando le possessioni da punti di vista diversi e utilizzando ambientazioni esotiche o culture indigene. In questo contesto si inserisce anche il film Shaman, diretto da Antonio Negret, che propone una lettura differente del tema dell’esorcismo attraverso una narrazione ambientata in Ecuador.
l’approccio narrativo e la ricostruzione culturale in Shaman
una storia di fede e tradizione tra due mondi
Shaman si concentra su una famiglia di missionari impegnati in un remoto villaggio indigena dell’Ecuador. La trama segue le loro difficoltà nel mantenere la fede mentre affrontano un’entità oscura che sembra aver preso possesso del loro figlio. Il film tenta di distinguersi dal classico canone delle possessioni sataniche, puntando a un confronto tra credenze cristiane e tradizioni indigene.
Dal punto di vista narrativo, il film esplora la crisi spirituale dei protagonisti e offre spunti interessanti sulla cultura locale. Prima dello sviluppo completo della possessione, vengono presentate riflessioni sul potere delle credenze ancestrali e sulla lotta tra bene e male percepita attraverso due prospettive religiose.
criticità legate alla rappresentazione culturale
Nonostante alcuni aspetti positivi nella rappresentazione delle tradizioni indigene, Shaman rischia di cadere nel pericolo della stereotipizzazione. L’utilizzo di location esotiche come sfondo per eventi horror può alimentare immagini distorte e feedare stereotipi coloniali o xenofobi. Sebbene i personaggi indigeni siano caratterizzati come persone autentiche piuttosto che come semplici portatori di sventura, lo spazio dedicato a loro rimane limitato e poco approfondito.
L’aspetto più critico riguarda l’assenza di spiegazioni dettagliate sulla natura dell’entità oscura, lasciando il racconto troppo generico sotto certi punti di vista. Questo approccio rischia di ridurre la cultura locale a un semplice elemento decorativo per aumentare il senso di mistero.
direzionale ed estetica: il ruolo fondamentale di Antonio Negret
una regia visivamente intensa e atmosferica
Antonio Negret, noto principalmente per lavori nei generi crime e thriller, dimostra con Shaman una notevole capacità nel creare tensione e atmosfera inquietante. La sua direzione si distingue per l’uso efficace delle luci soffuse, degli angoli oscuri e delle ambientazioni naturali dell’Ecuador.
I momenti più intensi sono supportati dall’impiego sapiente della CGI: scene dove i personaggi sono avvolti da fluidi neri o circondati da insetti contribuiscono a rendere credibile l’aspetto sovrannaturale della possessione. La regia sfrutta anche le scenografie vulcaniche per rafforzare il senso di oppressione e paura palpabile.
performance attoriale: tra autenticità ed empatia
Sara Canning come figura centrale emotiva
Sara Canning, interprete principale del film, riesce a mantenere un livello convincente nel ruolo della madre divisa tra fede e desiderio di proteggere il proprio figlio. La sua interpretazione dona profondità alla narrazione, offrendo uno sbocco emotivo che aiuta lo spettatore ad immedesimarsi nelle tensioni familiari.
- Sara Canning (Candice)
- Jett Klyne (Elliot)
- Daniel Gillies (Joel)
- Altri membri del cast non specificati
Date d’uscita: 8 agosto 2025
Dove vedere: al cinema e sulle piattaforme digitali
Diritto d’autore:: produzione internazionale con sede in Ecuador
- L’atmosfera creata dalla regia è intensa ed evocativa.
- I momenti horror sono supportati da effetti visivi efficaci.
- Sara Canning fornisce una performance emozionalmente coinvolgente.
- L’utilizzo dello scenario culturale appare superficiale in alcune parti.
- Centinaia schemi narrativi già visti nel sottogenere dell’esorcismo vengono riproposti senza grandi innovazioni.
- Sviluppo dei personaggi secondari poco approfondito rispetto alla protagonista.