Serial killer rivoltante in un horror tedesco del 2019

Il cinema ha da sempre affascinato il pubblico con le sue rappresentazioni del lato oscuro della natura umana, in particolare attraverso la figura dei serial killer. Un esempio emblematico è Il mostro di St. Pauli, un film del 2019 diretto da Fatih Akin, che racconta la storia di Fritz Honka, uno dei più noti criminali della Germania. Questo lavoro si distingue per il suo approccio crudo e disturbante, immergendo gli spettatori in una realtà inquietante e repulsiva.
la trama de il mostro di st. pauli
Il mostro di St. Pauli trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Heinz Strunk, basato su eventi reali avvenuti tra il 1970 e il 1975. Fritz Honka, descritto come un uomo dall’aspetto deforme, ha assassinato almeno quattro donne ad Amburgo, occultando i loro corpi nel suo appartamento fatiscente. A differenza di altri serial killer noti per la loro astuzia, Honka si rivolgeva a vittime vulnerabili, spesso alcolizzate e senza supporto familiare, incontrandole nel bar The Golden Glove.
un’ambientazione opprimente
Akin evita qualsiasi forma di estetizzazione della violenza; la regia è caratterizzata da uno stile sporco e claustrofobico. La fotografia utilizza toni scuri e ambienti angusti per trasmettere una sensazione costante di oppressione, mentre la colonna sonora amplifica l’inquietudine generale. L’interpretazione di Jonas Dassler, che incarna Honka con grande intensità, restituisce l’essenza ripugnante del personaggio.
sociologia della violenza nel film
Akin non si limita a narrare gli omicidi ma esplora anche il contesto sociale che ha permesso a Honka di operare indisturbato. Il bar The Golden Glove diventa un microcosmo dove misoginia e violenza sono normalizzate. Gli avventori rappresentano una società priva di valori umani fondamentali.
- Membri delle SS
- Uomini violenti
- Eccentrici reietti sociali
una riflessione sulla complicità sociale
Akin evidenzia come la società ignori i crimini commessi da Honka, mostrando una mentalità collettiva che considera certe vite sacrificabili. Le vittime non ottengono mai un vero spazio narrativo; esistono solo attraverso lo sguardo distorto del killer.
differenze rispetto ad altri film sul tema
A differenza di altre opere sul tema dei serial killer che cercano spiegazioni psicologiche o trame coinvolgenti, Il mostro di St. Pauli rifiuta ogni forma convenzionale d’intrattenimento. La narrazione segue quotidianamente le azioni ripugnanti di Honka senza cercare giustificazioni o colpi di scena.
aumento dell’inquietudine attraverso i personaggi secondari
L’introduzione di Petra, una giovane studentessa diventata ossessione per Honka, aggiunge ulteriore inquietudine alla storia. Petra simboleggia un ideale irraggiungibile per il protagonista; nelle sue allucinazioni, Honka proietta desiderio e violenza in conflitto.
Il mostro di St. Pauli risulta essere un’opera difficile da guardare ma impossibile da dimenticare; la sua brutalità denuncia una realtà scomoda: la società permette ai mostri non solo di esistere ma spesso li ignora fino a quando è troppo tardi.
Membri del cast:- Jonas Dassler (Fritz Honka)
- Petra (personaggio secondario)
- Diverse comparse nel bar The Golden Glove
L’opera va oltre l’horror tradizionale trasformandosi in una critica feroce alla cultura dell’indifferenza.