Recensione di questo sono io, il film di małgorzata szumowska e michał englert

Contenuti dell'articolo

analisi dettagliata di “questa sono io”: il nuovo film di małgorzata szumowska e michał englert

Il cinema contemporaneo continua a esplorare tematiche sociali e personali con opere che combinano sensibilità, realismo e impegno civile. Tra queste, il film “Questa sono io”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2023, si distingue per la sua capacità di narrare un percorso di transizione di una donna in un contesto sociale ancora segnato da pregiudizi. Diretto da Małgorzata Szumowska e Michał Englert, questo lungometraggio si configura come una testimonianza umana intensa, capace di coinvolgere lo spettatore attraverso uno stile visivo sobrio e una narrazione ricca di significati. L’articolo approfondisce gli aspetti principali della pellicola, dalla trama alle interpretazioni, evidenziando come questa opera rappresenti un importante contributo al cinema civile.

la narrazione attraverso i decenni: un viaggio nella vita di andrzej e aniela

Il film ripercorre oltre quarant’anni della vita di Andrzej, che diventa Aniela nel corso degli anni ’70. La narrazione segue l’evoluzione personale del protagonista, dall’adolescenza sotto il regime comunista fino alle sfide attuali legate alla burocrazia e ai diritti civili. La regia adotta uno stile realistico ed intimo, catturando l’atmosfera della provincia polacca tra tradizione e cambiamento sociale. Questo approccio permette di osservare da vicino le tensioni tra identità individuale e norme sociali.

il corpo come simbolo di identità e ribellione

Szumowska e Englert pongono grande enfasi sul corpo come veicolo fondamentale dell’identità personale. Scene emblematiche come quella dell’esame militare, durante la quale Andrzej si rifiuta di togliere i calzini dipinti, assumono un valore simbolico più profondo: rappresentano la volontà di affermare una verità interiore contro ogni forma di repressione sociale. La trasformazione fisica di Aniela è accompagnata da un lavoro estetico accurato che sottolinea il suo percorso verso la rinascita e l’affermazione della propria libertà.

relazioni umane: un cammino verso l’accettazione reciproca

L’opera mette in risalto le dinamiche delle relazioni personali, con particolare attenzione al rapporto tra Aniela e Iza. Interpretata da Joanna Kulig, questa storia d’amore evolve tra momenti di fragilità, dolore e rispetto reciproco. Il film mostra come l’autenticità dei sentimenti possa superare ostacoli culturali e sociali anche nelle realtà più conservative. Le relazioni familiari – con genitori e fratelli – riflettono le tensioni ancora presenti in una società che fatica a riconoscere pienamente i diritti delle persone transgender.

contesto storico-político: tra passato rivoluzionario e presente incerto

I riferimenti storici costituiscono un elemento centrale nella narrazione: la fine del comunismo in Polonia, le proteste del movimento Solidarność, l’ascesa del Papa Wojtyła sono elementi che collegano strettamente il percorso personale della protagonista a quello collettivo del paese. Scene dedicate alle manifestazioni civili sottolineano il confronto tra desiderio di libertà individuale ed eredità culturale conservatrice.

performance attoriale ed estetica visiva

Małgorzata Hajewska-Krzysztofik, interprete principale del ruolo di Aniela, offre una performance intensa caratterizzata da grande sensibilità emotiva. La regia privilegia un’estetica naturale con luci calde ed inquadrature che valorizzano i volti dei personaggi rendendo tangibile il loro stato d’animo. L’uso sapiente di flashback arricchisce lo storytelling creando continuità tra passato e presente.

un’opera attuale dal forte messaggio civile

“Questa sono io” si presenta come un film capace non solo di raccontare una storia personale ma anche di promuovere valori universali quali rispetto, dignità ed inclusione. La delicatezza con cui vengono affrontate le tematiche trasmette empatia senza cadere nel pietismo o nell’eccesso emotivo. La pellicola invita alla riflessione sull’importanza dei diritti umani fondamentali per tutte le persone indipendentemente dall’identità sessuale o genere.

  • Membri del cast:
  • Joanna Kulig
  • Małgorzata Hajewska-Krzysztofik
  • Nomi degli autori:
  • Małgorzata Szumowska (regista)
  • Michał Englert (regista)

Rispondi