Recensione di Paradise is Burning: Un Viaggio Sconvolgente nel Cinema di Mika Gustafson

Con l’arrivo di “Paradise is Burning” nelle sale italiane, vincitore del premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, il pubblico ha l’opportunità di esplorare un racconto intenso e carico di energia vitale. Questo esordio nella regia di finzione di Mika Gustafson porta sullo schermo la storia di tre giovani sorelle che, abbandonate dalla madre e libere dalla presenza genitoriale, affrontano l’estate tra anarchia, libertà e incertezze.
la trama di paradise is burning
Le protagoniste di “Paradise is Burning” sono tre sorelle, Laura (16), Mira (12) e Steffi (7), che abitano in un quartiere operaio della Svezia. Lasciate a sé stesse dalla madre assente, si trovano a dover gestire una vita senza regole e in piena libertà, usando i loro dispositivi elettronici come unico collegamento al mondo. Con l’estate che avanza, il loro idillio selvaggio è minacciato dai servizi sociali, che convocano Laura per discutere la loro situazione familiare. Costretta a trovare una soluzione per evitare l’affido e la separazione delle sorelle, Laura incontra Hanna, una donna che potrebbe aiutarle nella loro finta stabilità familiare. Insieme, si introducono nelle abitazioni vuote dei vacanzieri, continuando questo gioco rischioso di indipendenza.
un inno all’anarchia della giovinezza
Mika Gustafson riesce con “Paradise is Burning” a lanciare un messaggio potente che sfida le convenzioni e offre una prospettiva diversa sulla giovinezza. La regista suggerisce che la felicità e l’autosufficienza possano essere raggiunte anche in assenza di figure parentali, soprattutto se queste ultime non sono inclini a svolgere il loro ruolo. Questo film si rivela essere una celebrazione dell’energia giovanile e anarchica, elemento che la regista aveva già esplorato nel documentario dedicato alla rapper Silvana Imam.
vivere la trasformazione
Oltre all’anarchia e alla libertà, il film esplora il coming of age delle sorelle, ciascuna coinvolta in una personale trasformazione. Le protagoniste, infatti, vivono fasi cruciali della crescita, dai 7 ai 16 anni, affrontando la metamorfosi fisica e psicologica con approcci differenti. Questa dinamica evoluzione si intreccia con temi di forte sororità e sorellanza, centrali nella narrazione e osservati dalla regista con acume e sensibilità.
Intensa e poetica, la storia porta il pubblico dentro l’estate svedese, simbolo di transizione sensoriale e scoperta. È un viaggio che, attraverso il calore e la vivacità estiva, si prepara ad accogliere l’arrivo dell’autunno, accompagnato inevitabilmente da cambiamenti e nuove sfide.