Perché i Jedi non sono riusciti a fermare Palpatine prima di Revenge of the Sith: 20 anni di domande svelate

La mancanza di azione dell’Ordine Jedi nella trilogia prequel di Star Wars ha suscitato interrogativi, ma ora, a distanza di 20 anni dall’uscita di Star Wars: Episodio III – La Vendetta dei Sith, emergono chiarimenti che gettano nuova luce sulla questione. Durante questo periodo, Palpatine ha probabilmente utilizzato il potere della Forza per nascondere le sue attività oscure ai Jedi, presentandosi come un senatore e cancelliere benevolo, mentre manovrava per acquisire potere nel Senato e sfruttava le Guerre Cloni a suo favore. L’atteggiamento dei Jedi nei confronti di Palpatine si è sempre mostrato piuttosto strano, data la loro vicinanza a lui e la loro incapacità di fermare la sua ascesa. Quando Padmé Aswallet accusò il conte Dooku di essere dietro ai tentativi di omicidio nei suoi confronti, i Jedi rimasero scettici, affermando che non fosse possibile, dato che Dooku era stato un Jedi in passato. Una spiegazione più convincente per la passività dei Jedi è stata recentemente rivelata.
L’interpretazione di Dave Filoni a Revenge of the Sith
L’analisi di Dave Filoni sulla mancanza di intervento dei Jedi
Dave Filoni, protégé di George Lucas, ha delineato una spiegazione convincente riguardo l’immobilismo dei Jedi rispetto ai piani di Palpatine. In un’intervista, ha citato la frase di Mace Windu: “Le nostre peggiori paure si sono avverate”, indicante che il Consiglio Jedi era almeno parzialmente consapevole della verità. Filoni ha spiegato che, ammettere pubblicamente che Palpatine fosse un Signore dei Sith avrebbe potuto sembrare una manovra autodifensiva:
“Se andassero in Senato a dire che è un Signore dei Sith, come possano rimuoverlo? Se tentassero, sembrerebbe un colpo di stato… Stavano combattendo una battaglia impossibile.”
Questo chiarisce che i Jedi erano a conoscenza del pericolo, ma non avevano alcuna strategia per affrontarlo.
La Repubblica era già caduta prima di Revenge of the Sith
Gli errori dei Jedi erano folkloristici, ma era troppo tardi
La triste realtà è che anche prima di Revenge of the Sith, Palpatine aveva già consolidato il suo dominio. Sebbene non avesse ufficialmente stabilito l’Impero, il destino della galassia e dei Jedi era già segnato. Negli anni successivi, i Jedi hanno ricevuto molte critiche riguardo le loro azioni e decisioni. Sebbene il Consiglio Jedi non fosse immune da colpe nella caduta della Repubblica, le osservazioni di Filoni suggeriscono un’incomprensione più profonda della situazione. Infatti, i Jedi si trovavano a giocare a scacchi con un Signore dei Sith straordinariamente potente.
I Jedi sapevano chi era il Sith, ma non volevano ammetterlo
Le loro peggiori paure
Un altro aspetto interessante della citazione di Mace Windu è il modo in cui viene espressa la consapevolezza dei Jedi riguardo a Palpatine come Sith. La definizione di “peggiori paure” implica che i Jedi non erano pronti a riconoscere la verità. Ammettere che i Sith fossero tornati avrebbe comportato enormi conseguenze. Sebbene i Jedi avessero fermato altri Sith in passato, Palpatine era talmente potente che il riconoscere la sua vera natura rappresentava uno scenario terribile. Questa analisi della passività dei Jedi fornisce finalmente una risposta a una lamentela di lungo corso nel fanbase di Star Wars.