Movie remake che avrebbero dovuto essere evitati

Nel panorama cinematografico contemporaneo, le operazioni di remake rappresentano una tendenza frequente, spesso accompagnata da risultati discutibili o deludenti. La riproposizione di film classici o di successo può sembrare un’operazione sicura, ma molte volte si traduce in scelte poco sensate che finiscono per compromettere la qualità e l’interesse originale. Questo articolo analizza alcune delle riedizioni più inspiegabili e meno riuscite degli ultimi anni, evidenziando come il tentativo di aggiornare o reinterpretare opere già celebri possa risultare fallimentare.
oldboy (2013)
Il remake di Oldboy, diretto da Spike Lee e interpretato da Josh Brolin ed Elizabeth Olsen, rappresenta uno dei casi più emblematici di scelta discutibile nel mondo del cinema. Il film originale sudcoreano è considerato tra i migliori mai realizzati per la sua trama sconvolgente e le sequenze d’azione impeccabili. Realizzare una nuova versione a distanza di circa dieci anni ha suscitato molte perplessità, specialmente perché il risultato finale si dimostra decisamente inferiore all’originale, senza riuscire a trasmettere le stesse emozioni.
- Regista: Spike Lee
- Protagonisti: Josh Brolin, Elizabeth Olsen
la mummia (2017)
Il tentativo di rilanciare il franchise de La Mummia, iniziato con l’omonimo film del 1999, si è trasformato in uno dei fallimenti più evidenti degli ultimi anni. La versione del 2017, con Tom Cruise protagonista, nasceva come parte integrante del progetto di creare un universo condiviso chiamato “Dark Universe”. Il prodotto si è rivelato troppo serio e privo della leggerezza che aveva caratterizzato i precedenti capitoli della saga. Nonostante un cast di alto livello, il film ha ricevuto critiche negative per aver perso lo spirito divertente e avventuroso dell’edizione originale.
- Cast: Tom Cruise, Annabelle Wallis
- Obiettivo: avviare il “Dark Universe”
il re leone (2019)
I remake delle produzioni Disney sono notoriamente controversi per la loro qualità altalenante. Nel caso de Il Re Leone del 2019, la maggior parte dei critici ha sottolineato come questa versione abbia sacrificato l’emotività dell’originale a favore di effetti visivi impressionanti ma freddi. La riproduzione in CGI degli animali ha limitato le espressioni facciali rendendo i personaggi meno coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Sebbene abbia ottenuto grandi risultati economici, non ha saputo replicare l’affetto che ancora oggi circonda il film d’animazione del 1994.
- Successo commerciale: record storico Disney
- Punto debole: mancanza di cuore emotivo
ben-hur (2016)
L’adattamento cinematografico del classico epico del 1959 è stato uno dei flop più clamorosi degli anni recenti. Il remake del 2016 puntava a offrire una rivisitazione moderna della storia senza apportare innovazioni significative rispetto al passato. Criticato per la scarsità di idee originali e un uso esasperato della CGI, questo nuovo Ben-Hur non è riuscito ad affascinare né pubblico né critica. I risultati commerciali sono stati disastrosi con un incasso inferiore alle aspettative e un budget superiore ai ricavi ottenuti.
- Budget: circa $110 milioni
- Incasso mondiale: $94 milioni
mean girls (2024)
L’intervento su uno dei teen movie più iconici degli anni Duemila ha diviso pubblico e critica. La versione del 2024 si differenzia dall’originale principalmente perché si presenta come una trasposizione teatrale piuttosto che come semplice reboot cinematografico. Questa scelta ha generato confusione tra gli spettatori poiché non era chiaro fin dall’inizio che si trattasse di una produzione musicale; molti hanno trovato sconcertante vedere personaggi che improvvisamente cantavano senza preavviso.
Sebbene interpreti come Reneé Rapp abbiano mostrato grande talento nelle scene musicali, alcuni brani sono risultate poco convincenti o fuori tono rispetto alla qualità complessiva dell’opera originale. In definitiva, anche se questa versione offre spunti interessanti sotto alcuni aspetti innovativi, rimane un esempio di remake con aspetti paradossali.
a nightmare on elm street (2010)
I film horror sono tra quelli più frequentemente soggetti a rifacimenti nel corso degli anni. La versione del 2010 dedicata a Freddy Krueger intendeva proporre un approccio molto più oscuro rispetto alla serie originale degli anni Ottanta. Con Jack Earle Haley nel ruolo principale e effetti digitali avanzati sul volto dell’assassino seriale dei sogni, sembrava potesse essere una rivisitazione interessante.
Purtroppo questa operazione si è rivelata fallimentare sotto ogni punto di vista; gli effetti CGI sul volto dell’assassino hanno tradito l’atmosfera inquietante dell’originale mentre la narrazione non ha saputo catturare lo stesso senso di paura e tensione che aveva reso iconico il primo capitolo della saga.
the crow (2024)
L’incarnazione moderna de Il Corvo, uscito nel 1994 con Brandon Lee protagonista indiscusso fino alla tragica scomparsa dell’attore durante le riprese principali, rappresenta uno dei tentativi più controversi in ambito cinematografico recente. Il reboot con Bill Skarsgård voleva rilanciare la storia attraverso tecniche visive aggiornate ma si è scontrato con fortissime critiche sia dalla stampa sia dai fan storici.
I risultati finanziari sono stati disastrosi; il film ha incassato circa metà rispetto al budget preventivato ed è stato pesantemente criticato per aver tradito lo spirito dark e poetico della pellicola originale. Bradon Lee rimane insuperabile nella memoria collettiva come simbolo assoluto de Il Corvo.
jacob’s ladder (2019)
L’annuncio riguardante il remake de Jacob’s Ladder, uscito originariamente nel lontano 1990 con Tim Robbins protagonista assoluto, non sembrava giustificabile considerando l’insuccesso commerciale della pellicola stessa all’epoca. La nuova versione televisiva prodotta direttamente per DISH Network si distingue per aver ricevuto recensioni estremamente negative; su Rotten Tomatoes vanta infatti solo il 4%.
A differenza dell’originale thriller psicologico dal forte impatto emotivo e narrativo, questa reinterpretazione appare priva di sostanza e profondità artistica; risulta evidente come certe operazioni siano state fatte senza reale motivo valido o necessità creativa. p > section >
psycho (1998)
Il remaking dello storico capolavoro diretto da Alfred Hitchcock rappresenta uno dei casi più emblematici nell’ambito delle operazioni poco fortunate.
Il film del ’98 diretto da Gus Van Sant cerca quasi pedissequamente di replicare in colore quanto già fatto nel bianco e nero nel ’60—una scelta insolita nel panorama delle riadattazioni moderne.
- Risultati al botteghino disastrosi; li >
- Critiche negative unanimi; li >
- Vince premi “Raspberry” come peggior remake; li >
- Vince premi “Worst Director” per Gus Van Sant; li >
- Vince premi “Worst Remake”.
ul >
Un vero fallimento commerciale ed artistico che conferma quanto sia rischioso cercardi reinventare qualcosa già così perfetto nella sua forma originale. p > section >
war of the worlds (2025) h2 > section >L’adattamento televisivo prodotto da Prime Video nel luglio del ’25 segna l’ultimo esempio delle scelte discutibili nell’ambito dei remake moderni.
Ispirandosi ai romanzi classici dello scrittore H.G.Wells — noto soprattutto grazie alla celebre pellicola diretta da Steven Spielberg — questa nuova interpretazione utilizza tecniche narrative innovative basate sulla trasmissione via computer screen.
Nonostante la presenza attoriale significativa — tra cui Ice Cube ed Eva Longoria — le recensioni sono state estremamente negative; inizialmente arrivò a raggiungere lo zero percent su Rotten Tomatoes prima di risalire appena al tre percento.
Questo caso dimostra ancora una volta quanto sia difficile reinventare opere amatissime senza perdere credibilità o interesse pubblico—specialmente quando vengono adottate soluzioni narrative troppo sperimentali o distanti dall’essenza originale. p > section >