Miglior film italiano del 2021 che è passato inosservato

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il film “il buco” di michelangelo frammartino: una pellicola premiata ancora in cerca di riconoscimento

Nonostante abbia ricevuto un riconoscimento importante alla Mostra del Cinema di Venezia, il film “Il Buco” di Michelangelo Frammartino rimane ancora poco conosciuto nel panorama nazionale. Questa opera, che ha conquistato il pubblico e la critica internazionale, rappresenta un esempio significativo di cinema d’autore italiano che fatica a trovare la sua giusta collocazione nel nostro paese.

contesto e ambientazione del film

premi e riconoscimenti internazionali

“Il Buco”, presentato nel corso della 78ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ha ottenuto il prestigioso Premio speciale della giuria. Nonostante ciò, l’opera è stata accolta con maggiore entusiasmo all’estero rispetto all’Italia, dove non ha ancora raggiunto un vasto pubblico.

trama e ambientazione storica

La narrazione si svolge nel 1961, seguendo una spedizione di speleologi provenienti dal Piemonte che si avventurano nell’Abisso di Bifurto, una grotta profonda 683 metri, situata in Calabria. I protagonisti affrontano un percorso senza mappe, immersi in un paesaggio naturale millenario e in un contesto sociale legato alle tradizioni rurali. Parallelamente alle esplorazioni, viene narrato il momento di passaggio dalla vita alla morte di un anziano pastore, la cui agonia si svolge nello stesso istante in cui i speleologi raggiungono il fondo dell’abisso.

caratteristiche stilistiche e tecniche dell’opera

genere e stile cinematografico

“Il Buco” rientra nel filone dello slow cinema , caratterizzato da uno stile minimalista con narrazione essenziale, uso abbondante del silenzio e sequenze contemplative. La pellicola mira a creare un’esperienza sensoriale intensa attraverso immagini semplici ma suggestive.

ricostruzione storica e riprese immersive

L’autore Michelangelo Frammartino si è calato personalmente a circa 400 metri di profondità , accompagnato dal suo team, per ricostruire fedelmente la prima esplorazione del 1961. Questa scelta approfondisce tematiche come il tempo che scorre, il rapporto tra passato e presente, oltre alla riscoperta del territorio meridionale italiano come elemento identitario sia esteriore che interiore.

  • fotografia curata da Renato Berta: le immagini sono state realizzate per valorizzare ambientazioni oscure illuminate appena dalla luce fioca delle lampade degli speleologi;
  • sistema sonoro: fondamentale per compensare l’assenza di luce visiva, contribuendo a trasmettere la vastità e lo spaesamento delle cavità sotterranee.

dove vedere “il buco”

I desiderosi di riscoprire questa opera possono trovarla gratuitamente suRaiPlay. Un’occasione per apprezzare appieno le sfumature narrative e tecniche di questo film premiato ma ancora poco conosciuto nel nostro paese.

personaggi principali e cast tecnico

  • Narratore/Protagonista:
  • Speleologi:
  • Pastore anziano:
  • Crew tecnica:
  • Doppiatori/Voce narrante:
  • Sviluppo sceneggiatura:
  • DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA:: Renato Berta
  • MUSICHE E SONORO:: contributi vari per creare atmosfera immersiva

L’opera rappresenta una riflessione sulla natura umana e sul rapporto tra uomo e territorio attraverso immagini intense ed evocative che meritano una più ampia attenzione anche nel nostro Paese.

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