Michael myers: la migliore versione di halloween dopo 43 anni

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Il franchise di Halloween continua a suscitare grande interesse tra gli appassionati del genere horror, grazie alla sua capacità di evolversi e di offrire versioni sempre più intense e spaventose del celebre personaggio di Michael Myers. In particolare, il film “Halloween Kills” si distingue per aver rappresentato una delle incarnazioni più minacciose e quasi sovrannaturali dell’assassino, portando la figura di Myers a un livello superiore di pericolosità. Analizzeremo qui gli aspetti principali della pellicola, evidenziando come questa interpretazione abbia contribuito a ridefinire il personaggio e i temi centrali della saga.

Michael Myers come una forza oltre l’umano

In “Halloween Kills”, Michael Myers viene rappresentato come un’entità quasi soprannaturale, difficile da fermare o uccidere. La sua fuga dall’incendio provocato da Laurie Strode e dai soccorritori sembra confermare questa impressione: Myers uccide tutti coloro che cercano di ostacolarlo, dimostrando una resistenza straordinaria. La scena in cui si rialza dopo essere stato colpito e lasciato apparentemente morto dal mob locale sottolinea questa idea, elevandolo a uno status di male assoluto.

La reazione della folla di Haddonfield, che tenta disperatamente di eliminare Myers con armi improvvisate, mostra quanto egli sia percepito come un simbolo del male irraggiungibile. La sua capacità di sopravvivere alle aggressioni più violente lo rende più temibile che mai, consolidando l’immagine di un avversario impossibile da annientare.

L’approccio narrativo e le scene che rendono Michael un essere soprannaturale

  • Resistenza estrema: Michael sopravvive a ferite gravissime senza apparenti segni di debolezza.
  • Immunità alle armi: le numerose prove fatte dal mob non riescono a fermarlo definitivamente.
  • Senza motivazioni apparenti: la sua mancanza di motivi chiari rende il suo comportamento ancora più inquietante.

Questi elementi rafforzano l’idea che Myers sia qualcosa più che un semplice uomo: diventa l’incarnazione del male stesso. Sebbene il film non espliciti direttamente una natura sovrannaturale, le sue azioni sembrano suggerire questa interpretazione, creando così una tensione tra realtà e leggenda.

Cosa avrebbe dovuto fare “Halloween Ends”

Nell’ultima parte della trilogia, si sarebbe auspicata una conclusione che mantenesse intatta la versione più potente e implacabile del personaggio vista in “Halloween Kills”. La scelta narrativa di spostare l’attenzione su altri protagonisti e far passare un anno tra i due eventi ha indebolito la sensazione di minaccia costante rappresentata da Myers. Il confronto finale tra Laurie Strode e Michael avrebbe potuto essere ancora più epico se fosse stato impostato sulla base dell’interpretazione più brutale ed invincibile mostrata nel secondo capitolo.

Purtroppo, invece, il film opta per un’evoluzione diversa con l’introduzione del personaggio di Corey Cunningham, ridimensionando la presenza dell’assassino originale. Questo cambio ha fatto perdere al franchise quella sensazione di pericolo imminente tipica delle prime pellicole.

considerazioni finali sull’evoluzione del personaggio

“Halloween Kills” ha saputo proporre una versione più oscura e sovrannaturale di Michael Myers senza però tradire le basi della saga. Questa interpretazione ha reso il personaggio ancora più minaccioso, elevando la paura collettiva verso l’indicibile. Pur lasciando aperta la possibilità futura di rivederlo sul grande schermo, resta evidente come questa rappresentazione abbia segnato uno dei punti più alti nella caratterizzazione dell’assassino mascherato nel panorama horror contemporaneo.

Personaggi principali:
  • Laurie Strode
  • Karen Nelson
  • Tommy Doyle
  • Cory Cunningham

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