Marty mcfly e il rifiuto dell’appellativo gallo in ritorno al futuro 2 e 3

Il franchise di Back to the Future ha segnato profondamente la cultura pop grazie a una serie di film iconici che hanno esplorato le avventure di Marty McFly e Doc Brown attraverso il tempo. Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’evoluzione dei personaggi e i dettagli narrativi che si sono sviluppati nel corso della trilogia. In questa analisi, si approfondirà come alcuni elementi, come la frase “non chiamarmi pollo”, siano diventati simboli distintivi del protagonista e come siano stati inseriti per arricchire il suo carattere.
l’evoluzione del personaggio di marty mcfly
il primo film è centrato sul percorso di george mcfly
Nel primo capitolo della saga, l’attenzione narrativa è focalizzata principalmente sulla crescita personale di George McFly, mentre Marty assume un ruolo più marginale. La storia si concentra sulla sua lotta per tornare nel 1985 e sul tentativo di assicurarsi che i suoi genitori si innamorino durante il ballo “Enchantment Under the Sea“.
l’introduzione della frase “chicken” e la sua rilevanza nello sviluppo del personaggio
La frase “Non chiamarmi pollo” viene introdotta nel secondo film della serie, rappresentando un punto cruciale nello sviluppo psicologico di Marty. Questa espressione diventa un simbolo della sua forte personalità e del suo rifiuto di essere etichettato come codardo. La scelta di inserirla serve anche a evidenziare un difetto caratteriale —la sua impulsività e orgoglio adolescenziale.
perché la linea “chicken” è stata inserita nella trilogia
le ragioni degli sceneggiatori e del regista per l’inserimento della frase
Secondo un’intervista con il co-sceneggiatore Bob Gale, l’aggiunta dell’espressione “Don’t call me chicken” nasce dall’esigenza di attribuire a Marty un difetto da superare nelle sequenze successive. Dal primo film in cui appare solo come tratto distintivo temporaneo, questa battuta diventa un elemento fondamentale per rappresentare la crescita emotiva del personaggio.
lo sviluppo dell’arco narrativo di marty nei sequel
Nelle parti successive della saga, questa frase assume una valenza simbolica: rappresenta la sfida tra orgoglio personale e maturità emotiva. La resistenza di Marty nel non lasciarsi definire dal termine “pollo” culmina nel terzo episodio, quando riesce a superare le sue insicurezze e a completare il suo percorso di crescita.
caratteristiche uniche della linea “chicken” nel franchise back to the future
una gag che si distingue dalle altre ricorrenti nella serie
A differenza delle altre battute ripetute — come l’esclamazione “Great Scott!“, o Biff sempre finito nell’immondizia — la frase “non chiamarmi pollo” non era prevista sin dall’inizio. È stata aggiunta in fase avanzata, contribuendo a rafforzare il carattere complesso di Marty.
lo sviluppo del carattere in parte II e III attraverso questa battuta
L’uso tardivo rende questa espressione unica tra le gag ricorrenti: simboleggia la reale evoluzione emotiva del protagonista. Resistere alla provocazione dello status quo rappresenta il vero progresso personale ed è ciò che permette a Marty di concludere con successo il suo arco narrativo alla fine della trilogia.
Personaggi principali:- Marty McFly (Michael J. Fox)
- Dottor Emmett Brown (Christopher Lloyd)
- Biff Tannen (Thomas F. Wilson)
- Lorraine Baines ( Lea Thompson)