London calling: l’azione e la comicità tra cliché e troppi luoghi comuni

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Il film London Calling, ambientato in parte nella capitale britannica, si distingue per l’utilizzo ripetuto del celebre brano dei The Clash, che compare due volte nel corso della narrazione. Questa pellicola si presenta come un esempio di commedia d’azione ricca di stereotipi e cliché, che rischiano di risultare fastidiosi o poco originali fin dai primi minuti. La produzione, diretta da Allan Ungar e uscita il 19 settembre 2025, si caratterizza per una trama semplice e prevedibile, accompagnata da momenti di azione ben realizzati ma spesso sovrapposti a dialoghi insipidi.

trama e protagonisti principali

una storia lineare con elementi scontati

La vicenda ruota attorno a Tommy Ward (interpretato da Josh Duhamel), che dopo aver involontariamente ucciso un parente di un boss criminale senza scrupoli, Freddy Darby (Aidan Gillen), è costretto a fuggire verso Los Angeles. Qui viene incaricato di fare da mentore al figlio del nuovo capo malavitoso locale, Julian (Jeremy Ray Taylor). Nel frattempo, Tommy lascia in Inghilterra il proprio figlio Oliver (Finnley Barrett), creando un rapporto complicato tra i due che viene presentato come uno degli aspetti emotivi più deboli del film.

L’ambientazione californiana vede Tommy lavorare sotto la guida del boss ebreo Benson (Rick Hoffman), noto per la sua condotta violenta e oppressiva nei confronti del giovane Julian. Quest’ultimo viene descritto come un ragazzo insicuro e diverso dagli stereotipi tradizionali: appassionato di LARPing e apparentemente immune alle provocazioni paterne.

criticità nella rappresentazione dei personaggi

raffigurazioni stereotipate e offensive

Il personaggio di Benson incarna un’immagine estremamente negativa, con comportamenti violenti ed espressioni discriminatorie. La sua ossessione per la mascolinità del figlio si manifesta attraverso commenti omofobi velati e battute sul suo aspetto fisico o sulle preferenze sessuali. Questi elementi sono inseriti nel film senza una reale funzione narrativa, contribuendo solo a rafforzare stereotipi obsoleti.

Anche altri personaggi vengono dipinti secondo cliché ormai superati: Julian è rappresentato come un nerd sovrappeso che non sa relazionarsi con le ragazze, mentre i membri della gang sono caricature prive di profondità psicologica. La sceneggiatura sembra voler puntare sull’umorismo grossolano piuttosto che su una vera caratterizzazione dei protagonisti.

valutazione delle scene d’azione e della comicità

momenti salienti e limiti narrativi

Mentre le sequenze d’azione sono girate con competenza tecnica — ad esempio uno scontro a fuoco in slow motion contraddistinto da colori vivaci — queste parti risultano isolate rispetto alla monotonia generale del film. La maggior parte delle scene si concentra su dialoghi banali o battute forzate, spesso basate su umorismo volgare o poco originale.

Il tentativo di creare una commedia spiritosa fallisce nel coinvolgere lo spettatore: molte gag risultano forzate o prive di senso logico. La mancanza di personaggi credibili rende difficile empatizzare con le vicende narrate o interessarsi alle sorti dei protagonisti.

personaggi principali presenti nel cast

  • Josh Duhamel
  • Aidan Gillen
  • Jeremy Ray Taylor
  • Finnley Barrett
  • Rick Hoffman

L’opera si presenta dunque come una commedia d’azione priva di innovazione reale, dominata da stereotipi ed episodi poco efficaci dal punto di vista narrativo. Nonostante alcune sequenze dinamiche possano offrire momenti visivamente piacevoli, il risultato complessivo risulta troppo prevedibile e povero di spunti originali per soddisfare pienamente il pubblico più esigente.

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