L’erede: cosa significa il finale del film spiegato

un approfondimento su L’erede: il nuovo thriller psicologico di Xavier Legrand
Nel panorama cinematografico contemporaneo, il regista e attore Xavier Legrand si distingue per la capacità di mescolare dramma familiare e atmosfere noir. Dopo il successo del suo esordio con L’affido – Una storia di violenza (2017), torna nel 2023 con L’erede, un film che rappresenta una svolta stilistica e tematica. Questa produzione, ispirata al romanzo L’Ascendant di Alexandre Postel, si inserisce tra i migliori esempi di thriller psicologico, offrendo uno sguardo profondo sulla trasmissione del trauma attraverso le generazioni.
la narrazione e i temi principali de l’erede
una trama intrisa di simbolismo e introspezione psicologica
Ellias Barnès, interpretato da Marc-André Grondin, è un giovane stilista canadese che ha raggiunto importanti traguardi come direttore creativo a Parigi. La sua carriera viene interrotta bruscamente dal richiamo in Quebec, per partecipare ai funerali del padre, con cui aveva mantenuto rapporti distanti nel tempo. Il ritorno alle origini lo mette faccia a faccia con un passato oscuro, rivelando non solo un retaggio patrimoniale ma anche un segreto legato alla violenza maschile che attraversa le generazioni.
Le tematiche affrontate sono molteplici:- Eredità familiare e traumi irrisolti;
- Il concetto di violenza come imprinting genetico;
- Dubbio sull’identità personale e sulle radici familiari;
- Sfida tra bisogno di libertà e vincoli genetici o culturali.
dettagli sulla realizzazione e l’approccio estetico de L’erede
una commistione tra dramma esistenziale e stile noir
Legrand abbandona il genere legal drama per adottare una direzione più sperimentale, contaminando la narrazione con atmosfere che richiamano gli stilemi dei grandi maestri Hitchcock, Polanski e del noir classico. La sua capacità di creare tensione psicologica si combina a una forte componente visiva ed estetica, rendendo il film un’opera complessa sotto molti aspetti. La cura nella fotografia e nell’uso degli spazi contribuisce a rafforzare la sensazione di inquietudine palpabile lungo tutta la pellicola.
il finale: interpretazioni aperte e simbolismo potente
una conclusione volutamente ambigua con implicazioni profonde
Nell’epilogo de L’erede, Legrand sceglie una chiusura sospesa che lascia spazio all’interpretazione dello spettatore. La scena culminante mostra un’immagine simbolica: uno schermo digitale su cui appare solo il cognome “Barnes”, senza indicazioni sul nome o volto dell’individuo rappresentato. Questo dettaglio sottolinea come l’identità del protagonista sia stata cancellata o assorbita dall’eredità familiare.
I dettagli sonori accompagnano questa scelta narrativa: mentre lo schermo si spegne, si sente un rumore secco che suggerisce una fine definitiva. La scena finale vede il personaggio uscire da una terrazza già vista nel corso della storia; non viene chiarito se si tratti di un suicidio o di una sparizione volontaria. La decisione del regista evidenzia la tragicità dell’impossibilità di sfuggire alle proprie radici, lasciando allo spettatore l’onere dell’interpretazione.
personaggi principali coinvolti nel film
- Xavier Legrand (regista)
- Marc-André Grondin (Ellias Barnès)
- Yves Jacques (padre)
- Sophie Desmarais (madre)
- Michaël Gouin (amico)
- Nathalie Baye (confidente)
Gianmaria Cataldo – Critico cinematografico professionista ed esperto analista delle tendenze attuali nel cinema italiano ed internazionale.