Il mio film preferito di roger moore come james bond meritava di essere migliore

Il debutto di Roger Moore nel ruolo di James Bond rappresenta un momento cruciale nella storia della saga, segnando un cambio di tono e stile rispetto alle precedenti interpretazioni. Sebbene alcune scelte narrative abbiano suscitato discussioni tra gli appassionati, questo film ha aperto nuove strade per la lunga serie cinematografica dedicata all’agente segreto più famoso al mondo.
il primo film di bond con roger moore: un’opportunità per una nuova direzione
si sarebbe potuto optare per un approccio più realistico, ma si è scelto il tono campy
Al termine di alcuni classici interpretati da Sean Connery e una prova con George Lazenby, la saga ha iniziato a delineare una propria identità. Il nuovo James Bond interpretato da Moore avrebbe potuto seguire una strada più oscura e cruda, ma invece ha preferito adottare uno stile più leggero e umoristico.
Il film d’esordio di Moore avrebbe avuto le potenzialità per essere più incisivo dal punto di vista narrativo, puntando su scene d’azione intense e momenti drammatici. Invece, ha scelto un approccio fortemente camp che avrebbe caratterizzato l’intera carriera dell’attore come interprete del personaggio.
Questo primo capitolo avrebbe potuto rappresentare un punto di svolta verso toni più maturi e realistici, ma si è preferito mantenere uno stile più frivolo e ricco di trovate comiche.
live and let die: un film intriso di contraddizioni
ogni decisione positiva viene annullata da scelte discutibili
“Live and Let Die” si distingue per la sua forte ispirazione ai classici film Blaxploitation come “Shaft” o “Coffy“. È innovativo il tentativo di collocare l’elegante agente segreto britannico in ambientazioni che richiamano temi sociali e culturali molto diversi dal consueto universo Bond.
La colonna sonora composta da Paul McCartney ricevette una nomination agli Oscar come miglior canzone originale.
Il film presenta numerosi contrasti interni: affronta questioni come criminalità urbana e droga, ma allo stesso tempo inserisce elementi sovrannaturali legati alla voodoo e villain internazionali estremamente caricaturali. Scene come quella dei coccodrilli affamati potevano essere inquietanti, ma sono stemperate da effetti comici troppo esagerati.
L’approccio adottato mostra le difficoltà nel mantenere equilibrio tra toni seri e umorismo spinto. La volontà iniziale di virare verso atmosfere più cupe viene spesso frustrata dall’eccesso di comicità involontaria o semplicemente fuori luogo.
un bond più serio avrebbe migliorato “live and let die”
Connery o Dalton avrebbero reso il film migliore
Sebbene Roger Moore abbia portato al personaggio un tocco distintivo fatto di charme ed eleganza, si pensa che attori con uno stile diverso avrebbero potuto valorizzare maggiormente questa pellicola. In particolare, Sean Connery avrebbe potuto offrire una versione più dura e credibile del protagonista in questa storia dai toni oscuri.
Ancora meglio sarebbe stato Timothy Dalton, già dimostratosi capace in “Licence to Kill“, dove aveva mostrato capacità nel gestire atmosfere violente e realistiche. Con lui alla guida, “Live and Let Die” avrebbe potuto diventare uno dei migliori film della serie grazie a un tono meno frivolo e più intenso.
Anche se il risultato finale non soddisfa pienamente le aspettative originarie, “Live and Let Die” mantiene comunque un posto importante nella storia della saga Bond. La sua capacità di mescolare elementi innovativi a scelte stilistiche discutibili lo rendono comunque degno di attenzione tra i capitoli della lunga serie cinematografica.
- Roger Moore