Il film che ha distrutto il mito della famiglia borghese e ha rivoluzionato il cinema italiano

l’importanza di “I pugni in tasca” nel cinema italiano
Il film “I pugni in tasca”, diretto da Marco Bellocchio e uscito nel 1965, rappresenta un punto di svolta nella storia del cinema italiano. Questa pellicola ha segnato l’inizio di un approccio più audace e provocatorio, distanziandosi dalle convenzioni del neorealismo e aprendo la strada a tematiche più crude, ironiche e disgregatrici dei valori tradizionali.
caratteristiche distintive e tematiche principali
un’opera rivoluzionaria per il suo tempo
“I pugni in tasca” si distingue per il suo stile innovativo e la sua narrazione senza filtri. Il film si presenta come un attacco frontale alla famiglia tradizionale, alla Chiesa cattolica e alla rispettabilità borghese. La storia è ambientata all’interno di una casa d’infanzia trasformata in laboratorio di nevrosi, violenza e claustrofobia, con protagonisti una madre cieca e i suoi quattro figli adulti.
trama e personaggi principali
La vicenda ruota attorno a una famiglia senza figura paterna, segnata da fragilità emotive e rancori profondi. I personaggi principali sono:
- Augusto, il maggiore che sostiene economicamente tutti;
- Giulia, donna instabile e seduttiva;
- Leone, fragile e con disabilità;
- Alessandro, interpretato da Lou Castel, ragazzo epilettico che concepisce un piano estremo: eliminare la madre e i fratelli per liberarsi dal peso della famiglia.
approccio narrativo ed estetico del film
una rappresentazione potente della crisi familiare e sociale
“I pugni in tasca” non si limita a mostrare la dissoluzione di un nucleo familiare, ma lo interpreta come simbolo di una crisi più ampia dell’Italia post-bellica. Le scene più iconiche includono gesti estremi come il salto sul feretro della madre o il rogo degli oggetti appartenenti alla defunta, simbolo di cancellazione del passato.
stile visivo e musicale
L’opera si caratterizza per una fotografia in bianco e nero realizzata da Alberto Marrama, con movimenti di macchina energici ispirati dalla Nouvelle Vague. Il montaggio spezza le sequenze classiche mentre la colonna sonora composta da Ennio Morricone aggiunge toni funerei ma anche ironici alla narrazione.
ricezione critica e impatto culturale
accoglienza al Festival di Locarno
“I pugni in tasca” fu accolto come un vero shock: apprezzato dai giovani critici, condannato dalla Chiesa cattolica ed etichettato come sacrilego da alcune figure religiose. Registi illustri come Luis Buñuel ed Michelangelo Antonioni dimostrarono scetticismo nei confronti dell’opera.
disegno politico ed eredità artistica
Sempre più riconosciuto come un atto politico oltre che cinematografico, il film mette in discussione i simboli sacri dell’Italia del dopoguerra. La scena del salto sul feretro o il falò degli oggetti sono interpretazioni simboliche della volontà di rompere con le vecchie convenzioni sociali.
conservazione della forza espressiva nel tempo
A quasi sessant’anni dalla sua uscita, “I pugni in tasca” mantiene intatta la sua capacità provocatoria. È considerato un classico imprescindibile che sfida ancora oggi le certezze sulla stabilità delle istituzioni sociali italiane. La pellicola testimonia quanto il cinema possa influenzare la percezione della realtà sociale attraverso immagini potenti ed evocative.
Membri del cast:
- Lou Castel – Alessandro
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