I 2 film imperdibili della saga di l’esorcista

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Il franchise di The Exorcist rappresenta uno dei capitoli più iconici e discussi del cinema horror. Sebbene il film originale del 1973 sia universalmente riconosciuto come uno dei migliori nel genere, non tutte le sue successive produzioni hanno ottenuto lo stesso successo o apprezzamento. In questo approfondimento si analizzerà quale sequel si distingue come l’unico degno di nota, esplorando le caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri e perché mantiene un certo valore all’interno della saga.

The Exorcist III: l’unico sequel che merita attenzione

Una continuazione con aspetti positivi e limiti evidenti


Il franchise de Il Sesto Senso, nato dal romanzo omonimo di William Peter Blatty, rischiò di essere sopito definitivamente dopo il fallimento di Exorcist II: The Heretic. La svolta arrivò con la pubblicazione del romanzo Legion, nel 1983, considerato da molti come il vero seguito della storia originale. Successivamente, Blatty fu incaricato di adattare la sua opera per il grande schermo, dando vita a quello che divenne The Exorcist III.
Nonostante alcune criticità legate alla produzione e alle interferenze dello studio, il film riesce a distinguersi per un tono unico rispetto al primo capitolo. Si tratta di una pellicola che combina elementi di thriller psicologico e slasher violento, concentrandosi sulla figura dell’ispettore Kinderman alle prese con un serial killer dal passato oscuro. La narrazione esplora temi religiosi e sensi di colpa, sfidando lo spettatore a riflettere mentre viene intrappolato da efficaci scene spavento.

Cosa rende unico “The Exorcist III” tra i sequel della saga

Una trama originale che si discosta dalle convenzioni tipiche degli slasher


L’approccio narrativo del film è molto differente rispetto ai soliti sequel horror. Non si concentra su un’esposizione esplicita delle modalità dell’entità demoniaca o sugli esorcismi in sé, bensì su un mistero legato a un serial killer chiamato Gemini Killer. La sceneggiatura affronta anche questioni profonde riguardanti fede e colpevolezza.
The Exorcist III ha riscosso successo commerciale con circa quarantun milioni di dollari incassati globalmente (dati stimati), consolidando la sua posizione tra i pochi sequel validi del franchise. La capacità di Blatty di mantenere coerenza con le tematiche originali senza cadere nella banalità ha contribuito alla sua longevità.

Cercare le ragioni del successo rispetto ad altri episodi meno riusciti

L’originalità narrativa e la mancanza di intenti puramente commerciali fanno la differenza

The Exorcist III si distingue per aver portato avanti una narrazione significativa senza ricorrere a espedienti gratuiti o a ricalcare schemi già visti nei tanti remake o spin-off spesso poco ispirati. Il film evita l’errore di voler spiegare troppo sul funzionamento del demonio o sull’origine dell’entità maligna; invece privilegia una costruzione atmosferica basata sul suspense e sui personaggi.
Soprattutto, si può affermare che questa pellicola giustifica la propria esistenza grazie alla visione autentica dell’autore originale. William Peter Blatty ha diretto con passione e competenza, portando sullo schermo idee proprie che valorizzano l’eredità lasciata dal capostipite.

Personaggi principali:

  • L’ispettore Kinderman (George C. Scott)
  • Il serial killer Gemini Killer (interpretato da Brad Dourif)
  • Paziente Joe (Ed Flanders)
  • Sergente Bill Kinderman (Scott Wilson)

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