Horror sul foster care: la lezione non imparata da orphan

Nel panorama cinematografico dell’horror, alcuni titoli suscitano discussioni non solo per la loro trama, ma anche per le implicazioni sociali e culturali che veicolano. Tra questi, un film recente intitolato The Other si distingue per aver sollevato numerosi dubbi riguardo alla rappresentazione di tematiche delicate come l’adozione, il razzismo e la disabilità. Analizzare i punti di forza e le criticità di questa produzione permette di comprendere meglio come il cinema possa influenzare le percezioni pubbliche su argomenti sensibili.
la trama e le premesse del film
una storia di adozione e trauma
The Other presenta una coppia sposata, Robin (Olivia Macklin) e Daniel (Dylan McTee), alle prese con problemi di fertilità. Dopo ripetuti aborti spontanei, decidono di intraprendere un percorso di affidamento. La bambina che adottano è Kathelia (Avangeline Friendlander), una ragazza afrodiscendente affetta da mutismo e profondamente traumatizzata. Inizialmente apparente docile e innocua, la presenza della giovane inizia a generare comportamenti sempre più inquietanti e disturbanti.
analisi delle scelte narrative e della messa in scena
fallimenti narrativi e percezioni errate
Il film si sforza di proporsi come un’opera artistica diversa nel genere horror, inserendo elementi che tentano di essere innovativi. Tuttavia, The Other fallisce nel suo intento a causa di una sceneggiatura debole e interpretazioni poco convincenti. La recitazione degli attori principali risulta spesso forzata, mentre i dialoghi risultano freddi ed inefficienti nel trasmettere emozioni autentiche.
problemi sociali e rappresentazioni scomode
rischio di stereotipi e risvolti razzisti
Uno degli aspetti più controversi riguarda la rappresentazione della protagonista Kathelia, donna afroamericana affidata a genitori bianchi. Il film mostra questa dinamica solo superficialmente, limitandosi a toccare il tema dell’adozione interrazziale senza approfondimenti adeguati. La narrazione rischia così di alimentare uno stereotipo negativo secondo cui la bambina nera sarebbe portatrice di comportamenti problematici o aggressivi.
In alcune scene il personaggio Fiona, vicina di casa con sindrome di Down, viene rappresentato come dotata di capacità sovrannaturali non spiegate chiaramente nel corso del film. Questa scelta perpetua un’immagine distorta della disabilità che può contribuire a fraintendere le reali condizioni delle persone con disabilità cognitive o motorie.
le performance e le scelte registiche
recitazione discreta e dialoghi poveri
I protagonisti del film risultano poco credibili: Olivia Macklin e Dylan McTee sono giudicati come attori poco convincenti nelle rispettive interpretazioni. La sceneggiatura contribuisce ad accentuare questo problema con dialoghi poco coinvolgenti ed emotivamente vuoti. Alla base dell’insuccesso narrativo vi sono scelte registiche discutibili che compromettono la coerenza complessiva dell’opera.
conclusioni sulla criticità del film
Nonostante qualche tentativo nella fase finale del racconto per affrontare temi più profondi legati ai traumi dei personaggi, The Other si rivela incapace di superare i propri limiti narrativi ed etici. L’opera suscita molteplici interrogativi circa l’efficacia delle rappresentazioni socialmente sensibili sul grande schermo, evidenziando ancora una volta quanto sia importante approcciarsi con responsabilità quando si trattano questioni complesse come l’adozione internazionale o le diversità culturali.
PREFERITI E FIGURE CHIAVE:- Olivia Macklin – Robin
- Dylan McTee – Daniel
- Avangeline Friendlander – Kathelia
- Lily D. Moore – Fiona (vicina)
- Paul Etheredge – regista and sceneggiatore
- Jeffrey Reddick – produttore executive
- Tim Nagle – produttore associato
- Lisa Normand – produttrice esecutiva
- Jeff Walker – produttore associato