Horror messicano che terrorizza collegi femminili: un classico attuale prima di Suspiria

il cinema gotico latinoamericano e il suo impatto: focus su “Even the Wind is Afraid”
Il panorama del cinema horror latinoamericano ha prodotto opere di grande rilievo che, anticipando tendenze e tematiche, hanno lasciato un segno duraturo nel genere. Tra queste, spicca il film “Even the Wind is Afraid”, realizzato nel 1968 dal regista messicano Carlos Enrique Taboada. Questo capolavoro si distingue per la sua capacità di coniugare l’estetica classica del gotico con una profonda riflessione sociale, offrendo uno sguardo inquietante sulla paura e sul potere.
ambientazione e temi principali del film
il collegio femminile come scenario simbolico
Il film si svolge in un collegio femminile isolato, ambientazione che diventa un vero e proprio protagonista della narrazione. All’interno di questa struttura, le giovani studentesse vivono sotto il controllo rigido delle autorità scolastiche, in particolare della direttrice Miss Bernarda. La scuola rappresenta un microcosmo di repressione, dove la paura non deriva esclusivamente da elementi soprannaturali, ma soprattutto dall’autoritarismo istituzionale.
la paura come risultato di repressione e controllo
Il film esplora come la paura possa emergere non solo da fenomeni sovrannaturali, ma anche dalla soppressione emotiva, dal silenzio imposto e dalla rigidità morale. La figura della direttrice Bernarda incarna questa dinamica: fredda, calcolatrice e incapace di empatia, utilizza anche le ragazze più vulnerabili per mantenere il controllo. La manipolazione psicologica si rivela uno degli aspetti più disturbanti dell’opera.
tecniche visive e sonore nella costruzione della tensione
uso magistrale della fotografia in bianco e nero
Nell’opera di Taboada emerge una cura particolare per l’estetica: la fotografia in bianco e nero di Agustín Jiménez gioca con ombre profonde, riflessi sfuggenti e silhouette inquietanti. Questa scelta estetica contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, claustrofobica ed onirica.
l’importanza del suono nell’atmosfera inquietante
Un elemento centrale è rappresentato dal suono, dove il vento – evocato fin dal titolo – diventa un rumore costante che si mescola alle grida umane. Questo eco sonora amplifica la sensazione di sofferenza repressa tra le mura scolastiche, rendendo l’ambiente ancora più angosciante.
il gotico come veicolo di indagine sociale
“Even the Wind is Afraid” utilizza i canoni del gotico non solo come forma estetica ma come strumento per approfondire tematiche sociali: il collegio diventa un luogo sospeso tra sogno e incubo dove le dinamiche di potere alimentano il terrore. La presenza più inquietante non è il fantasma stesso, bensì la figura autoritaria della direttrice Bernarda.
sovrannaturale come simbolo dei trauma interiori
L’aspetto sovrannaturale funziona da metafora delle ferite invisibili causate dalla violenza del silenzio, dalle regole oppressive e dalla perdita dell’individualità. Il fantasma rappresenta così l’effetto delle dinamiche repressive piuttosto che una minaccia reale.
attualità del film dopo oltre sessant’anni
Dopo più di mezzo secolo dalla sua uscita, “Even the Wind is Afraid” mantiene intatta la sua forza espressiva ed emozionale. Il film continua a parlare delle difficoltà delle adolescenti nel comprendere il mondo circostante, rivelando che spesso l’orrore più grande risiede nelle strutture che dovrebbero proteggerle.
Come avviene nelle opere moderne ispirate al tema dell’emotività repressa o alla paura del controllo – ad esempio nei lavori di Guillermo del Toro – anche qui lo soprannaturale funge da specchio dei mali sociali profondi.
- Membri del cast:
- Pierre Ángeli as Roberto (il giovane insegnante)
- Alicia Lovi as Miss Bernarda (la direttrice)
- Cecilia Peñaloza as Claudia (la studentessa principale)
- Sonia Infante as Rosa (amica di Claudia)
- Ana Luisa Peluffo come madre adottiva di Claudia
- Mario Casillas come professore d’arte
- E altri membri del cast minoritario