Horror italiano dimenticato degli anni ’90 riscoperto all’estero

un’analisi approfondita di “dellamorte dellamore”: un film horror surreale e innovativo degli anni ’90
Il cinema italiano degli anni ’90 ha prodotto opere caratterizzate da una forte sperimentazione e originalità. Tra queste, spicca un film che si distingue per la sua natura surreale, oscura e liberamente classificabile tra più generi: “Dellamorte Dellamore”. Questa pellicola rappresenta un esempio di come l’arte cinematografica possa sfuggire alle convenzioni, offrendo un’esperienza visiva e narrativa unica nel suo genere.
contesto e origini del film
una produzione fuori dagli schemi
Uscito nel 1994, “Dellamorte Dellamore” è tratto dal romanzo di Tiziano Sclavi, creatore di Dylan Dog. Diretto da Michele Soavi, il film si inserisce in un panorama cinematografico meno convenzionale, rifiutando le etichette semplicistiche. A distanza di trent’anni dalla sua uscita, continua a essere considerato uno dei contributi più originali al genere zombie.
la trama principale
Al centro della narrazione troviamo Francesco Dellamorte, interpretato da Rupert Everett, custode di un cimitero in una città immaginaria del nord Italia chiamata Buffalora. La particolarità della storia risiede nel fatto che i defunti risorgono dalle tombe ogni notte. La routine quotidiana di Dellamorte consiste nell’eliminare questi zombie con metodi spesso grotteschi e disillusi.
caratteristiche stilistiche e tematiche
una miscela di generi e toni contrastanti
“Dellamorte Dellamore” si distingue per il suo approccio eclettico, mescolando horror, commedia nera, violenza slapstick e surrealismo. Le scene di sparatorie contro gli zombie sono rappresentate con una svogliatezza quasi ironica, riflettendo lo stato d’animo del protagonista che affronta la propria routine con distacco e malinconia.
immagini simboliche e atmosfera onirica
L’opera presenta numerose immagini visionarie e simbolismi grotteschi. Con il procedere della narrazione emergono toni sempre più onirici ed angosciante, creando un’atmosfera quasi kafkiana. Il ciclo infinito di morte senza senso appare come una metafora dell’alienazione moderna e della mascolinità tossica.
il personaggio principale: analisi psicologica
Dellamorte, uomo solo e misantropo, viene trattato come una figura umoristica priva di eroismo reale. La sua solitudine è evidente: i legami umani sono assenti o superficiali, mentre il desiderio d’amore si trasforma in qualcosa di patetico e disturbante. Le donne del film sono tutte interpretate dalla giovane Anna Falchi, rappresentando proiezioni irraggiungibili dell’ideale maschile.
ricezione critica e riscoperta moderna
Dopo l’esordio controverso, “Dellamorte Dellamore” ha trovato nuova vita grazie alla passione degli appassionati online. Molti utenti hanno descritto l’opera come un sogno febbrile o come qualcosa “semplicemente strano“, ma affascinante ed estremamente originale. La sua capacità di trascendere le categorie tradizionali lo rende unico nel panorama cinematografico.
:gli ospiti principali del film:
- Rupert Everett
- Anna Falchi
- Michele Soavi (regista)
- Tiziano Sclavi (autore del romanzo)
Sebbene abbia spiazzato critica e pubblico all’epoca dell’uscita — troppo insolito per essere catalogato come horror puro o commedia — con il tempo ha ottenuto riconoscimenti crescenti anche da figure illustri come Martin Scorsese. Oggi “Dellamorte Dellamore” viene considerato un vero capolavoro per chi sa andare oltre la superficie delle storie convenzionali.