Horror del 2018 tra sangue e superstizione: un incubo da non perdere

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un horror tunisino che sfida le convenzioni: analisi di dachra

Il cinema horror contemporaneo si distingue per la sua capacità di rinnovarsi e di esplorare tematiche profonde, spesso radicate nelle tradizioni culturali locali. Tra le opere più interessanti e meno conosciute del panorama internazionale figura dachra, un film tunisino del 2019 diretto da Abdelhamid Bouchnak. Questo lavoro rappresenta un esempio di come il genere possa essere reinterpretato con originalità, anche con risorse limitate, mantenendo una forte carica visiva e narrativa. Di seguito, verranno analizzati gli aspetti principali di questa produzione, dal contesto storico alla sua struttura narrativa.

contesto e importanza di dachra nel cinema horror tunisino

il primo horror tunisino a raggiungere il pubblico internazionale

dachra ha segnato un traguardo importante per il cinema tunisino, diventando il primo film del suo paese ad ottenere una distribuzione su scala globale. Nonostante ciò, rimane ancora poco noto al grande pubblico rispetto ad altre produzioni internazionali. La pellicola è disponibile in streaming gratuito su piattaforme indipendenti ed evidenzia come il cinema horror possa essere uno strumento efficace per esplorare i temi più profondi legati alle tradizioni culturali e ai tabù.

trama e ambientazione

la storia dei tre studenti e il villaggio remoto

Al centro della narrazione troviamo Yasmine, Walid e Bilel, tre giovani studenti di giornalismo impegnati nella ricerca di un soggetto originale per il loro progetto finale. Decidono di investigare sul caso di Mongia, donna rinchiusa da vent’anni in un ospedale psichiatrico con accuse legate alla stregoneria e aggressioni inspiegabili. La loro indagine li conduce a Dachra, un villaggio isolato dove Mongia è cresciuta. Tra superstizioni radicate e rituali non spiegati, i protagonisti scopriranno che l’orrore nascosto va ben oltre le aspettative iniziali.

caratteristiche stilistiche e tematiche del film

una rivisitazione del folk horror con radici nordafricane

dachra si inserisce nel filone del folk horror, ma lo fa attraverso una prospettiva unica: quella delle mitologie nordafricane. Il film utilizza un ritmo lento ma costante per costruire un’atmosfera inquietante, lasciando che il terrore emerga progressivamente tramite accumulo piuttosto che effetti shock immediati. La presenza della figura di Mongia rappresenta l’unione tra l’orrore arcaico e la follia moderna, incarnando simbolicamente le paure più ancestrali.

sintesi delle caratteristiche tecniche e narrative

  • Ambientazioni naturali: ambientazioni autentiche che amplificano lo spaesamento;
  • Sviluppo lento: atmosfera cupa creata attraverso sequenze oniriche e suoni ovattati;
  • Tensione crescente: escalation graduale del senso di minaccia senza ricorrere a jump scare;
  • Percorso emotivo: protagonista Yasmine interpretata da Yassmine Dimassi vive l’orrore in modo coinvolgente.

 personaggi principali e cast 

  • Yasmine: interpretata da Yassmine Dimassi
  • Walid:
  • Bilel:
  • Mongia:
  • Cittadini del villaggio Dachra:

dachra 

un’opera che dimostra come il cinema horror possa essere anche uno specchio delle proprie radici culturali, offrendo uno sguardo profondo sull’incontro tra mito antico e paura moderna. Un film consigliato agli appassionati di generi alternativi o semplicemente curiosi di scoprire nuove prospettive nel panorama cinematografico internazionale.

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