Honey don’t recensione: il neo-noir di ethan coen delude nonostante le buone performance

Nel panorama cinematografico del 2025, i film neo-noir continuano a rappresentare un genere di nicchia, spesso rivisitato con tocchi moderni o ironici. Tra le opere più interessanti emerge Honey Don’t, seconda produzione di una trilogia di “film B” lesbici firmata da Ethan Coen, che tenta di aggiornare l’estetica e la narrazione del noir classico. Questo lavoro si inserisce in un contesto dove i personaggi dei serial televisivi tendono ad assumere ruoli più potenti e complessi rispetto alle figure tradizionali del West, lasciando spazio a ambientazioni più retrò ma comunque attuali.
l’approccio di ethan coen al genere neo-noir
una rivisitazione dell’iconografia classica
In Honey Don’t, Ethan Coen – noto per aver debuttato nel 1984 con Blood Simple insieme al fratello Joel – cerca di rinnovare gli stilemi del noir attraverso una narrazione che mescola elementi tradizionali a un tocco contemporaneo. La pellicola, scritta a quattro mani con Tricia Cooke, si distingue per la volontà di mantenere intatti alcuni tratti tipici del genere, come l’atmosfera cupa e il protagonismo femminile forte e indipendente.
una trama avvincente ma prevedibile
Honey Don’t racconta la storia di Honey O’Donaghue (interpretata da Margaret Qualley), investigatrice privata coinvolta in un caso che si complica dopo la morte sospetta di una cliente. La protagonista si trova ad indagare su un collegamento tra questa e una chiesa locale gestita dal sacerdote Drew Devlin (Chris Evans), figura ambigua che utilizza il suo ruolo spirituale per soddisfare bisogni personali. Parallelamente, sviluppa un rapporto insolito con MG Falcone (Aubrey Plaza), ufficiale di polizia caratterizzato da freddezza emotiva.
caratteristiche e personaggi principali di honey don’t
il cast e le interpretazioni chiave
- Margaret Qualley: interpreta Honey O’Donaghue, portando sullo schermo una figura intelligente e determinata.
- Chris Evans: nel ruolo del sacerdote Drew Devlin, offre una performance che evidenzia la sua capacità di interpretare personaggi complessi e moralmente ambigui.
- Aubrey Plaza: nei panni della detective MG Falcone, contribuisce con la sua presenza a creare un contrasto tra freddezza professionale e attrazione reciproca.
- Cristian De Meo:: appare come detective secondario.
- Kristen Connolly:: interpreta il ruolo della sorella di Honey.
- Bakersfield’s homicide detective:: Charlie Day presta il volto a questa figura comica ma poco efficace nella risoluzione dei casi.
- Lera Abova:: interpreta una misteriosa donna francese coinvolta nelle sequenze narrative più oscure.
valutazione e conclusioni sulla pellicola
Sebbene Honey Don’t presenti molte caratteristiche proprie dello stile Coen – come il ritratto satirico della comunità rurale americana – non riesce a raggiungere pienamente le vette delle precedenti opere del duo. La sceneggiatura ricca di personaggi femminili forti si perde in alcune scelte narrative che appesantiscono il ritmo complessivo. La violenza presente nel film si presenta più cruda e meno giocosa rispetto ad altri titoli della coppia, riflettendo forse uno sforzo autoriale meno ispirato rispetto ai classici come The Ladykillers. Nonostante alcuni momenti umoristici ben riusciti, l’intera vicenda sembra soffrire dell’eccessiva sovrapposizione degli elementi narrativi, rendendo difficile mantenere alta l’attenzione fino alla conclusione.
- Chris Evans: Drew Devlin – sacerdote ambiguo e manipolatore
- Margaret Qualley: Honey O’Donaghue – investigatrice astuta ed elegante
- Aubrey Plaza: MG Falcone – ufficiale di polizia fredda ma intrigante
- Kirsten Connolly:: sorella di Honey