Found footage: la lenta discesa nell’abisso della cultura online

l’evoluzione del found footage: tra terrore e analisi psicologica dell’era digitale
Negli ultimi anni, il genere cinematografico del found footage ha riacquistato interesse come strumento per esplorare le ansie collettive della società contemporanea. Originariamente utilizzato per creare un senso di autenticità e immedesimazione nel terrore, come nei classici The Blair Witch Project e Paranormal Activity, oggi si trasforma in una piattaforma per indagare le fragilità umane legate alla presenza online, alla costruzione di identità digitali e alla disperata esigenza di essere «visti». Questa evoluzione trova una rappresentazione significativa nel film Death of a Vlogger, scritto, diretto e interpretato da Graham Hughes.
caratteristiche principali di death of a vlogger
una produzione indipendente con forte impatto emotivo
L’opera, distribuita gratuitamente sulla piattaforma Tubi, si distingue come un esempio di basso budget ma grande potenzialità narrativa ed emotiva. Si tratta di un ibrido tra horror sovrannaturale e studio psicologico, presentato sotto forma di falso documentario che analizza la discesa di Graham, un giovane creator scozzese. La narrazione segue la sua esperienza dopo aver trasmesso in diretta presunti fenomeni paranormali nella propria abitazione.
la trama e l’evoluzione del protagonista
L’assenza di competenze occulte o esperienze nel settore paranormal è evidente: Graham è semplicemente un vlogger anonimo che pubblicava contenuti senza particolare rilevanza. Quando comincia a documentare eventi strani — oggetti che si muovono da soli, rumori inquietanti, apparizioni fugaci — il suo canale diventa virale. La fama lo travolge subito, portandolo ad affrontare una spirale discendente.
struttura narrativa e stile estetico
L’approccio adottato dal film riproduce fedelmente l’estetica dei contenuti digitali: webcam, GoPro, schermi divisi, testimonianze girate male e interviste in stile YouTube. Questo metodo conferisce al racconto un senso di verosimiglianza disturbante. Graham emerge come personaggio profondamente umano: non un truffatore calcolatore ma un giovane insicuro che cerca conferme nel mondo virtuale.
Sebbene la premessa sembri orientata verso il sovrannaturale, Death of a Vlogger focalizza molto più sull’danno psicologico e sulla pressione sociale dei contenuti digitali. Il film mette in scena la costante tensione tra mantenere alta l’attenzione del pubblico e il rischio di perdere sé stessi nella ricerca della visibilità.
L’effetto del discredito pubblico nell’universo digitale è uno degli aspetti più inquietanti rappresentati: quando si diffonde la voce del “finto fantasma”, Graham viene brutalmente attaccato dalla rete. Tra sbeffeggiamenti, minacce e cancellazioni pubbliche emerge quanto rapidamente l’adorazione possa trasformarsi in odio. La percezione online assume priorità rispetto alla veridicità dei fatti: lo spettatore decide cosa sia reale o meno.
death of a vlogger: analisi delle dinamiche emotive e sociali dell’epoca digitale
Il film non punta sui colpi di scena o sugli spaventi improvvisi:
- Svela lentamente un disagio crescente;
- Evochi una malinconia profonda;
- Sottolinea il silenzio lasciato dopo il clamore mediatico;
- Mette in evidenza il vuoto lasciato dall’assenza di attenzione pubblica.
Il vero orrore risiede nella solitudine emozionale:
- Nell’isolamento dei creatori digitali;
- Nella dipendenza dal riconoscimento online;
- Nella fragilità umana esposta alle dinamiche della viralità.
I personaggi principali del cast sono:
- – Graham Hughes (protagonista)
- – Joma West (voce narrante)
- – Altri membri coinvolti nelle testimonianze digitali ed interviste.