Fine di american sniper: cosa è successo a chris kyle al poligono di tiro

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Il film del 2014 diretto da Clint Eastwood, American Sniper, si ispira alla vicenda reale di Chris Kyle, un Navy SEAL statunitense che ha partecipato a quattro missioni in Iraq. Basato sull’autobiografia omonima pubblicata nel 2012, il film narra le dure esperienze di Kyle durante il servizio militare e la sua vita successiva al ritiro. La pellicola si conclude con una scena ambientata nel febbraio 2013, dopo la fine delle vicende narrate nel libro, mostrando Kyle in un momento di serenità con la famiglia. In questo articolo verranno analizzati i dettagli più significativi della storia e delle circostanze che hanno portato alla tragica fine del protagonista.

la narrazione di american sniper: tra azione e introspezione

le missioni in iraq e il prezzo emotivo

Nel corso delle due ore di pellicola, si assiste alla rappresentazione realistica delle operazioni militari di Chris Kyle. Il film evidenzia le sue ricerche di figure chiave come Abu Musab al-Zarqawi e “The Butcher”, braccio destro dei terroristi. Bradley Cooper interpreta magistralmente il peso psicologico che questa professione comporta, rendendo American Sniper uno dei migliori esempi cinematografici sulla guerra in Iraq.

l’ultimo giorno di chris kyle: dalla gloria alla tragedia

l’omicidio a seguito di un trauma psichico

Nel finale del film, si racconta l’ultimo giorno di vita di Chris Kyle, che avviene fuori dal contesto bellico. Dopo aver salutato la famiglia, Kyle accompagna un veterano militare, Eddie Ray Routh, a una sessione al poligono. Routh era un ex Marine affetto da schizofrenia e disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Durante questa visita, Routh spara e uccide sia Kyle che Chad Littlefield, utilizzando due pistole semiautomatiche fornite dallo stesso Kyle.

il ruolo della salute mentale nella tragedia

Eddie Ray Routh: tra diagnosi psichiche e trauma bellico

A fronte dell’omicidio, emergono dettagli fondamentali sulla condizione mentale dell’assassino. Routh era stato diagnosticato con schizofrenia e psicosi, oltre a soffrire di PTSD derivante dall’esperienza militare. Secondo fonti ufficiali, spiegò di aver agito perché non riceveva risposte durante il tragitto verso il poligono; prima dell’incidente aveva anche inviato un messaggio a Chad Littlefield riferendosi a Routh come “sconvolto”.

motivazioni dietro la visita al poligono nel finale del film

L’intento benefico di Chris Kyle per altri veterani

Kyle aveva iniziato ad accompagnare altri militari traumatizzati alle sessioni di tiro come forma terapeutica suggerita da uno psichiatra. La sua attività mirava ad aiutare chi aveva vissuto esperienze simili alle sue per superare le conseguenze psicologiche della guerra. La decisione di portare Routh al poligono deriva anche dalla richiesta della madre dell’ex Marine, che intuì i problemi mentali del figlio.

dopo l’addio: riconoscimenti e memoria pubblica per chris kyle

L’eredità lasciata dalla figura eroica e civile

Dopo la tragica perdita, Taya Kyle ha scritto una propria autobiografia sulla vicenda ed è diventata attivista per i diritti dei veterani americani. Ha promosso leggi come quella dedicata a Chris Kyle in Texas, garantendo ai militari dismessi l’accesso a licenze professionali statali basate sulla loro esperienza militare. Nel suo paese natale è stata istituita una giornata commemorativa intitolata a Kyle ed è stato eretto un monumento nella città natale di Odessa.

I personaggi principali coinvolti nella vicenda reale

  • Chris Kyle: protagonista della storia vera ed eroe nazionale americano;
  • Taya Kyle: moglie e autrice autobiografica;
  • Eddie Ray Routh: ex Marine affetto da disturbi mentali;
  • Chad Littlefield: amico e collega veterano ucciso insieme a Kyle;
  • Mamma Routh: figura chiave nell’individuazione dei problemi mentali del figlio.

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