Film italiano che ha rivoluzionato il cinema dimenticato da tutti

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l’impatto e il significato di “Accattone” di pasolini nel cinema italiano

Il film “Accattone”, diretto da Pier Paolo Pasolini e uscito nel 1961, rappresenta un punto di svolta nella storia del cinema italiano. Con questa opera, Pasolini ha portato sul grande schermo una prospettiva originale e potente sui quartieri periferici di Roma, dando voce a una realtà spesso ignorata o sottovalutata dal cinema dell’epoca.

contesto storico e culturale del film

dal neorealismo alla modernità cinematografica

Nel periodo immediatamente precedente all’uscita di “Accattone”, il panorama cinematografico italiano era dominato dal neorealismo, con registi come De Sica e Rossellini che avevano privilegiato uno stile realistico e documentaristico. Pasolini si distacca da questa tradizione scegliendo di tornare alle radici della realtà sociale, ma rielaborandole in chiave simbolica e poetica. Il suo obiettivo era rappresentare la vita nei quartieri marginali delle borgate romane, zone nate durante il fascismo e trasformatesi in ghetti di povertà estrema.

una scelta autentica: protagonisti non professionisti

Per garantire autenticità al racconto, Pasolini decise di affidare i ruoli principali a cittadini delle stesse borgate. Questi attori non professionisti portavano sullo schermo volti e dialetti reali, contribuendo a creare un’immagine veritiera e potente della vita quotidiana in quei luoghi.

il simbolismo e la spiritualità nel film

il realismo sacralizzato come forma d’arte

“Accattone” viene definito da Pasolini come un esempio di “realismo sacralizzato”. La ripresa in luoghi autentici con attori non professionisti elevava la realtà quotidiana a livello simbolico, trasformando il degrado urbano in un’immagine archetipica. Questa operazione rompeva con l’obiettività del neorealismo classico per creare un’opera che trascendeva la semplice cronaca.

una visione religiosa senza fede confessionale

Sebbene Pasolini fosse dichiaratamente ateo, vedeva nel cinema uno strumento per catturare il sacro nel profano. Nei suoi film, anche gli oggetti più semplici assumono valenze simboliche: Stella diventa una guida spirituale che indica una possibile redenzione, anche se irraggiungibile nel contesto narrativo.

approccio stilistico e formale del film

dalla narrazione al linguaggio visivo intenso

“Accattone” combina le tecniche del neorealismo con scelte stilistiche che tendono verso l’iperrealismo. L’uso di lunghi pedinamenti, movimenti di macchina seguendo i personaggi tra ambientazioni polverose e spazi vuoti contribuisce a rendere la realtà ripresa molto più intensa rispetto a una semplice registrazione.

colonna sonora ed elementi simbolici

I suoni ambientali si alternano alle musiche estranee alla scena diegetica—come le composizioni di Bach o i rintocchi delle campane—per conferire al film un’atmosfera quasi mistica. Questo approccio musicale serve a spezzare il realismo assoluto creando momenti di sospensione spirituale.

L’intera narrazione è incorniciata dalla presenza della morte: si apre con dialoghi scherzosi sulla fine della vita e si conclude con un incidente fatale. La figura ambigua dell’amico Balilla sembra essere un angelo custode o una presenza mortale pronta ad accompagnare Accattone verso il destino finale. La morte non rappresenta solo la fine ma anche una possibilità di trasformazione: nel momento conclusivo Vittorio “Accattone” muore, diventando pienamente sé stesso, come suggerisce l’ultima frase “Ah, mo sto bene“.

differenze rispetto ai capolavori coevi e l’eredità duratura

  • Pier Paolo Pasolini
  • Franco Citti
  • Ninetto Davoli
  • Carmelo Bene (voce narrante)
  • Aldo Piacenti (doppiatore)
  • Caterina Boratto (attrice)
  • Nino Segurini (direttore della fotografia)
  • Basilio Franchina (montatore) strong >
  • Beniamino Garrone (sceneggiatore) strong >

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