Film di john carpenter imperdibili da vedere su prime

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Molte opere cinematografiche di John Carpenter sono attualmente disponibili in streaming su piattaforme come Prime Video. Rinomato per alcuni film che sono diventati pietre miliari del cinema di genere, Carpenter ha comunque anche lavorato su titoli meno conosciuti e all’epoca più ambiziosi, molti dei quali sono stati rivalutati nel tempo. Di seguito, un’analisi delle sue opere più significative, dalla fase iniziale fino agli ultimi lavori, con particolare attenzione ai film che oggi possono essere rivisti grazie alle opportunità offerte dalla tecnologia moderna.

dark star (1974)

Il primo film di John Carpenter nacque come un progetto studentesco, destinato a diventare un lungometraggio grazie al finanziamento di un produttore. Dark Star si distingue come una commedia fantascientifica che narra le avventure di una navicella spaziale incaricata di distruggere pianeti instabili. Pur con effetti e recitazione di scarso livello, il film si rivela affascinante per la sua dote di immaginazione e umorismo assurdo, anticipando atmosfere e temi poi sfruttati in serie come Red Dwarf. Tra gli elementi più interessanti, la collaborazione di Dan O’Bannon, che interpretò uno dei membri dell’equipaggio, e la geniale sequenza dell’inseguimento tra un alieno, interpretato da un semplice pallone dipinto, e il protagonista.
Nonostante le difficoltà produttive e un insuccesso iniziale, Dark Star è oggi riconosciuto come un cult e rappresenta il primo esempio della capacità creativa di Carpenter, anche se lui stesso non considera questa la sua prima “vera” opera.

assault on precinct 13 (1976)

Il primo film di [[Carpenter]] da considerare come un vero e proprio prodotto professionale fu Assault on Precinct 13. Questa pellicola, un remake mascherato del western Rio Bravo di John Wayne, spostò l’ambientazione in un contesto urbano, con una storia narrativa che vede un ufficiale di polizia e alcuni criminali uniti nella difesa di un distretto di polizia assediato da un gruppo di malviventi.
Il film stabilì alcune delle caratteristiche stilistiche e narrative che contraddistingeranno gran parte dell’opera di Carpenter: una colonna sonora pulsante, l’uso tipico di inquadrature Panavision e scene di tensione interrotte improvvisamente da violenza criptica. La semplicità della produzione si tradusse in un’opera comunque efficace, dotata di personaggi intensi e dialoghi ben calibrati. La sequenza più celebre rimane quella dell’«ice cream», in cui un’agguato si conclude in modo brutale, lasciando il pubblico senza fiato.

escape from new york (1981)

Dopo The Fog, Carpenter portò nelle sale Escape from New York, un film che proponeva un’idea di base intrigante: un criminale altamente capace (interpretato da Kurt Russell) deve infiltrarsi nel cuore di una Manhattan trasformata in una prigione di massima sicurezza, per salvare il Presidente rapito.
Il film si distingue per il suo approccio minimalista alla narrazione e per una costruzione del mondo credibile e atmosferica. La figura di Snake Plissken divenne subito iconica e rappresenta ancora oggi uno dei personaggi più amati di Carpenter. La pellicola grazie alla sua sceneggiatura semplice, ma efficace, ha riscosso successo di pubblico, e si distingue per la colonna sonora ricca e coinvolgente, sottolineando un’ambientazione dystopica tutta da esplorare.
Numerosi tentativi di reboot sono stati messi in atto nel corso degli anni, senza però mai portare a una versione definitiva. L’originale del 1981 resta comunque un classico intoccabile, esempio di come un budget modesto possa generare un prodotto di grande impatto.

body bags (1993)

Tra le opere più curiose e meno note di Carpenter si trova Body Bags, nato come un tentativo di creare una serie antologica horror. La produzione si articolò in tre segmenti, tutti diretti dallo stesso Carpenter e interpretati da attori noti come Wes Craven e Mark Hamill.
Le storie, dal tono divertente e fosco, spaziano tra horror e comicità nera, con episodi memorabili come “The Gas Station”, che riprende le atmosfere dello slasher, e “Hair”, con Stacy Keach, e “Eye”, diretto da Tobe Hooper. La presenza di molte celebrità e il tono leggero rendono Body Bags una delle incursioni più divertenti del regista nel campo degli antologici horror, anche se oggi resta tra le opere meno conosciute, meritevole di rivisitazione.
Con un vasto cast di cameo e un’ampia varietà di generi, il film si rivela come un esempio di mestiere, capace di combinare divertimento e creatività sotto la bandiera di Carpenter.

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