Film di arti marziali bizzarri degli anni ’80 da non perdere

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le pellicole marziali più strane degli anni ’80: un’analisi delle produzioni più eccentriche

Il decennio degli anni ’80 ha prodotto alcuni dei film più insoliti e bizzarri nel panorama cinematografico, specialmente nel genere delle arti marziali. Queste pellicole, spesso caratterizzate da scenari improbabili, personaggi stravaganti e trame fuori dal comune, hanno saputo catturare l’attenzione del pubblico grazie a un ritmo energico e coreografie di combattimento spettacolari. Sebbene molte di queste opere non siano considerate esempi di alta qualità artistica, il loro valore risiede nella capacità di divertire e sorprendere gli spettatori con scenari improbabili e trovate originali.

film marziali cult e le loro peculiarità

9 Deaths Of The Ninja (1985)

Diretto da Emmett Alston, 9 Deaths of the Ninja è uno dei film più rappresentativi della figura iconica di Sho Kosugi. L’attore e artista marziale interpreta un agente anti-terrorismo impegnato a rintracciare una scuola su un bus in Filippine, dove sono tenuti ostaggio cittadini americani. Il film si ispira ai thriller d’azione come quelli della saga di James Bond, ma si distingue per il suo tono parodistico che rende il prodotto divertente anche se volutamente assurdo. La pellicola sfrutta appieno la moda dei ninja dell’epoca, offrendo scene d’azione esagerate e momenti grotteschi che conquistano chi è disposto ad abbandonarsi alla comicità involontaria.

drunken wu-tang (1984)

Scritto e diretto dai I Yuen Brothers, Drunken Wu-Tang, conosciuto anche come Taoism Drunkard, rappresenta uno dei film più eccentrici della cinematografia hongkonghese. La trama ruota attorno a un uomo che cerca di onorare gli antenati del suo tempio attraverso imprese bizzarre, tra cui trovare una vergine nata in una data precisa per un rito imminente. Il film si distingue per la sua natura caotica e surreale, mescolando elementi comici con creature fantastiche e sequenze d’azione campy realizzate con effetti wirework volutamente esagerati. È un’opera che funziona meglio se vista senza troppe aspettative sulla coerenza narrativa.

ghost warrior (1984)

Ghost Warrior, diretto da J. Larry Carroll, narra la storia di un antico samurai (interpretato da Hiroshi Fujioka) risvegliato dopo secoli di ibernazione. Ritrovato da scienziati a Los Angeles, l’antico guerriero deve adattarsi ai tempi moderni mentre cerca di sfuggire ai nemici che vogliono eliminarlo. La pellicola presenta un tono incerto durante gran parte dei suoi 80 minuti, ma resta comunque piacevole grazie alla presenza carismatica dell’attore protagonista e alle sequenze violente che mantengono elevata la tensione. Le scene d’azione sono arricchite da momenti comici involontari, rendendo il film uno spettacolo divertente anche per chi apprezza le produzioni meno convenzionali.

The dagger of kamui (1985)

The Dagger of Kamui, tratto dalla serie omonima di romanzi giapponesi degli anni ’80, segue le vicende del giovane Jirō (doppiato da Hiroyuki Sanada). Costretto a uccidere un uomo in giovane età per diventare assassino professionista, Jirō scopre poi segreti sconvolgenti sul suo passato che lo portano su una strada rischiosa di vendetta. Nonostante la durata estesa di due ore renda alcune parti confusionarie, il film si distingue per i suoi effetti visivi sorprendenti ed esplora temi profondi come i traumi familiari. La combinazione tra visual futuristici e narrazione complessa contribuisce a creare un’esperienza visiva unica nel suo genere.

Ninja III: The Domination (1984)

Nella terza parte della saga dedicata ai ninja, Ninja III: The Domination, diretta da Sam Firstenberg, si assiste a una commistione tra horror sovrannaturale e azione marziale tipicamente anni ’80. La protagonista Christie Ryder (interpretata da Lucinda Dickey) viene posseduta dallo spirito malvagio di un ninja oscuro interpretato da Sho Kosugi — riconosciuto maestro del genere — che tenta di liberarla dal suo tormento combattendo contro altri ninja malvagi. Il film si distingue per l’estetica kitsch tipica del decennio, tra aerobica esagerata e colonne sonore funky; tutto questo crea un’atmosfera molto caratteristica che diverte gli appassionati del periodo.

the last dragon (1985)

Sotto la regia di Micheal Schultz,The Last Dragon combina arti marziali con musica popolare degli anni ’80 creando uno dei classici culto del cinema action-comedy-musical. La storia segue Leroy Green (Taimak) desideroso di raggiungere il livello superiore come Bruce Lee; il suo percorso viene ostacolato dal potente Sho’nuff (Julius Carry). Con una colonna sonora funk coinvolgente e personaggi memorabili, il film ha conquistato il pubblico grazie alle sue scene d’azione ben coreografate ed episodi umoristici irresistibili.

gymkata (1985)

L’unione tra ginnastica olimpica e arti marziali dà vita a Gymkata, diretto da Robert Clouse. Protagonista è Kurt Thomas, ex ginnasta olimpionico noto anche per le sue performance acrobatiche sul grande schermo. Nel film interpreta Jonathan Cabot, incaricato dall’Agenzia Segreta Internazionale di partecipare al “Game”, una competizione internazionale ricca di ostacoli impossibili da superare. Sebbene molte sequenze risultino poco credibili o forzate, l’aspetto comico involontario ha contribuito alla fama cult del titolo grazie alla sua stranezza unica nel panorama cinematografico degli anni ’80.

The seventh curse (1986)

Dalla regia di Lam Ngai Kai strong >,The Seventh Curse em > rappresenta uno dei migliori esempi del cinema fantasy-martiale degli anni ’80 con toni fortemente strani ed eccentrici. Il protagonista,Dottor Yuen strong > interpretato da Chin Siu-ho , affronta sette “Blood Curses”, ciascuna più terribile dell’altra mentre cerca una cura definitiva al male che lo affligge attraversando ambientazioni soprannaturali dense di minacce oscure . Malgrado alcune scelte narrative discutibili , le scene d’azione ben orchestrate compensano questa debolezza contribuendo all’immaginario surreale del film.

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