Faccia felice: come il trauma e la verità influenzano attori e creatori

La serie “Happy Face”, disponibile su Paramount+, rappresenta un’importante innovazione nel genere del vero crimine, offrendo una visione unica attraverso la narrazione di Melissa Moore, figlia di un noto serial killer. Questo racconto emozionante si distingue non solo per il suo contenuto, ma anche per l’intento di non glorificare la violenza, focalizzandosi piuttosto sulle conseguenze che i crimini hanno avuto sulla vita delle persone coinvolte.
una storia interconnessa
Melissa Moore condivide le sue esperienze personali, evidenziando come la sua vicenda sia legata a quella di molte altre famiglie colpite dai crimini del padre. La narrazione è caratterizzata da un forte senso di empatia e responsabilità nei confronti di chi ha perso dei cari. Melissa afferma: “La mia storia è interconnessa con quelle di altre famiglie”, sottolineando così l’importanza di ancorare il racconto in una realtà condivisa.
un punto di vista incentrato sulle vittime
Jennifer Cacicio, showrunner della serie, ribadisce che l’attenzione è rivolta a Melissa e non al padre serial killer Keith Jesperson. Ogni elemento narrativo trae origine dalle esperienze dirette di Melissa, incluse le sue lettere e pubblicazioni. Cacicio aggiunge: “Abbiamo fatto del nostro meglio per non glorificarlo”, evidenziando come l’influenza del personaggio sia percepita anche quando non appare direttamente in scena.
gli attori si tuffano nella storia
Dopo aver interpretato Jesperson, Dennis Quaid osserva che il suo personaggio risulta relativamente semplice da rappresentare a causa della sua freddezza emotiva. Decide di non incontrare Jesperson per prepararsi al ruolo, preferendo invece concentrarsi sull’esperienza personale di Melissa. Le interazioni tra Melissa e il padre sono descritte come particolarmente intense e centrali nella trama.
Analeigh Ashford, nel ruolo di Melissa, esplora la sua lotta interiore riguardo all’eredità paterna. Sottolinea che “Melissa possiede un dono d’empatia, ma teme anche i tratti caratteriali ereditati dal padre”, mettendo in discussione il concetto di natura contro cultura.
dinamica familiare
Nel contesto della serie, James Wolk, interprete del marito Ben, si concentra sul suo ruolo protettivo rispetto all’eredità inquietante lasciata da Jesperson. Il personaggio è concepito per difendere e amare la propria famiglia a tutti i costi, aspetto cruciale considerando gli eventi drammatici narrati.
una rappresentazione innovativa del vero crimine
“Happy Face” fa parte del panorama delle produzioni sul vero crimine ma rifiuta le convenzioni tradizionali. La serie mira a dare voce alle vittime delle tragedie anziché ai criminali stessi, ridefinendo ciò che significa raccontare una vera storia criminale. Come afferma Melissa: “Ciò consente di mostrare aspetti che sarebbero impossibili da rappresentare in altri media.”
Sottolineando le vite colpite dagli eventi tragici piuttosto che concentrarsi sugli autori dei reati, “Happy Face” invita gli spettatori a riconsiderare la loro percezione del genere e ad affrontare la narrazione in maniera più umana ed empatica.
- Melissa Moore – protagonista e narratrice
- Dennis Quaid – interpreta Keith Jesperson
- Analeigh Ashford – interpreta Melissa Moore
- James Wolk – interpreta Ben (marito di Melissa)
- Jennifer Cacicio – showrunner