Exit 8: recensione del horror psicologico giapponese avvincente ma deludente

Il film Exit 8 si inserisce nel genere horror psicologico, proponendo un’esperienza disturbante e ricca di tensione. La pellicola, diretta da Genki Kawamura, si ispira a un videogioco del 2023 e mette in scena un protagonista intrappolato in un ciclo infinito di ambientazioni claustrofobiche. L’opera affronta temi come il cambiamento, il coraggio di affrontare le proprie paure e l’accettazione delle responsabilità, ma presenta alcune criticità che ne compromettono la profondità narrativa.
l’orrore di Exit 8 funziona, ma la narrazione manca di sostanza
elementi horror efficaci ma poco coinvolgenti
Le scene di paura sono riuscite ad essere inquietanti e occasionalmente disturbanti. Manca una reale connessione emotiva con il personaggio principale, nonostante le sue sofferenze. Il protagonista attraversa ripetutamente gli stessi ambienti, con variazioni minime: il passaggio del The Walking Man (Yamato Kochi) crea momenti di tensione alternati tra presenza minacciosa e semplice passaggio.
ritmo lento e ripetitivo
L’intensità della pellicola si basa su una tensione costante che mantiene lo spettatore in attesa di un evento decisivo. La trama si sviluppa lentamente, con momenti che sembrano più statici che narrativamente significativi. La sensazione predominante è quella di una ripetizione esasperante, simile a quanto visto in altri film come Desert Road, anche se quest’ultimo riesce a mantenere freschezza nonostante l’ambiente ristretto.
questione narrativa e tematica
Il racconto si interrompe brevemente per offrire spunti su altri personaggi secondari, senza però arricchire significativamente la storia principale. La mancanza di uno sviluppo approfondito del protagonista limita l’empatia dello spettatore nei confronti della sua condizione. Il film punta molto sull’aspetto visivo dell’orrore piuttosto che sulla costruzione di una trama solida e coinvolgente.
debolezze nella caratterizzazione del personaggio principale
L’incapacità di approfondire la psiche del protagonista rende difficile entrare in sintonia con lui o percepirne appieno le motivazioni. La narrazione sembra più interessata alla creazione di atmosfere inquietanti che allo sviluppo emotivo dei personaggi.
valutazione complessiva e considerazioni finali
Exit 8, presentato al Toronto International Film Festival del 2025, cerca di proporre un horror psicologico d’atmosfera ma fallisce nel fornire una storia abbastanza profonda da sostenere l’intera durata. Con circa 95 minuti, risulta troppo statico e ripetitivo per mantenere alta l’attenzione dello spettatore.
Sono presenti i seguenti protagonisti:
Kazunari Ninomiya: interpreta The Lost Man
Yamato Kochi: interpreta The Walking Man- Nana Komatsu: interprete della ex fidanzata del protagonista (ruolo secondario)
- Kentaro Hirase: co-sceneggiatore insieme a Kawamura (non interpretato)
- Genki Kawamura: regista e co-sceneggiatore della pellicola
Data d’uscita:
Aggiornata al 29 agosto 2025.
Durata:
95 minuti.
Regista:
Genki Kawamura.
Scrittori:
Kawamura e Kentaro Hirase.