Enzo: recensione del film sulla gioventù e il lavoro con Favino

analisi del film “Enzo” alla quinzaine des cinéastes 2025
Il lungometraggio “Enzo”, presentato come film di apertura alla Quinzaine des cinéastes 2025, si distingue per la sua capacità di coniugare aspetti sociali e personali in un racconto che esplora le sfumature della giovinezza, del lavoro e delle relazioni interpersonali. La pellicola si configura come un’opera complessa, frutto di una collaborazione tra registi di spicco e talenti emergenti, capaci di mantenere un equilibrio tra realismo sociale e sensibilità poetica.
trama e ambientazione
una storia di formazione tra opposti
Al centro della narrazione troviamo Enzo, interpretato dalla giovane rivelazione Eloy Pohu. La vicenda segue il percorso di questa adolescente, appartenente a una famiglia borghese, che sceglie di abbandonare le aspettative familiari per dedicarsi all’apprendistato in un cantiere edile. Durante questa esperienza, incontra Vlad, un affascinante immigrato ucraino interpretato da Maksym Slivinskyi. La loro relazione si sviluppa come una forte attrazione che mette in discussione i confini tra desiderio e realtà.
contesto geografico e simbolico
L’ambientazione principale è La Ciotat, località nei pressi di Marsiglia, nota per essere il luogo d’origine del cinema grazie ai fratelli Lumière. La scelta visiva della regia mira a mettere in risalto sia gli ambienti eleganti delle famiglie benestanti sia le aree più dure dei cantieri marmorei, creando un contrasto sottile ma evidente tra due mondi apparentemente opposti.
approccio stilistico e tematiche principali
una sintesi tra realismo sociale e sensibilità corporea
“Enzo” si presenta come un progetto che combina elementi tipici del cinema sociale con una componente sensuale e politica. Il film mantiene uno stile equilibrato tra il realismo delle condizioni lavorative e l’intimità emotiva dei personaggi, senza scadere nel sentimentalismo facile. La presenza di una dimensione romantica sottile arricchisce la narrazione, mantenendo sempre alta l’attenzione sul rigore narrativo.
influenze stilistiche e riferimenti culturali
Sebbene ricordi alcuni aspetti dei lavori di André Techiné, il film evita la levità filosofica tipica del regista francese, preferendo uno sguardo più diretto sulla fragilità dell’adolescenza odierna. Le atmosfere richiamano anche lo stile di Olivier Assayas, con scene che alternano ambientazioni eleganti a spazi più crudi, creando un flusso poetico che collega i diversi aspetti della vita del protagonista.
- Pierfrancesco Favino: nel ruolo del padre italiano di Enzo, portatore di un “pater doloroso
- Élodie Bouchez: interprete della madre del protagonista
- Eloy Pohu: protagonista adolescente
- Maksym Slivinskyi: interprete dell’immigrato Vlad
- Sebastien Houbani : altro membro importante nel cast
- Nathalie Baye : presenza significativa nel contesto narrativo
- Cécile de France : figura chiave nella storia
- Pierre Richard : parte del cast artistico principale
- Louise Bourgoin : contributo al cast femminile significativo
- Ariane Ascaride : coinvolgimento nel progetto cinematografico
Foto: Les Films de Pierre, Lucky Red, Page 114, Les Films du Fleuve, France 3 Cinéma, Ami Paris