Cocktail: 10 Segreti Sorprendenti sul Film Cult con Tom Cruise

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Il film “Cocktail” rappresenta un punto di svolta nel mondo cinematografico grazie alla sua combinazione di ritmo coinvolgente e un cast di talento. Al centro della scena troviamo Tom Cruise nel ruolo di Brian Flanagan, un giovane che si ritrova famoso come flair bartender a New York, sotto la guida di Doug Coughlin interpretato da Bryan Brown. In Giamaica, Flanagan scopre l’amore con Jordan, un’affascinante artista interpretata da Elisabeth Shue. Di seguito, un’analisi dettagliata di curiosità e retroscena legati a questo film cult.

un confronto tra libro e film

Differenze nell’età di Brian Flanagan

Originariamente, “Cocktail” era un romanzo scritto da Heywood Gould basato sulla sua esperienza come barista. Mentre il personaggio di Tom Cruise nel film ha poco più di vent’anni, nel libro appare come un uomo di trentotto anni già stanco delle sue esperienze.

Alterazioni nella sceneggiatura

La sceneggiatura ha attraversato innumerevoli revisioni, almeno 40 bozze, passando da vari studi cinematografici fino a trovare la sua versione definitiva sotto la Disney.

il casting e le sfide sul set

L’iniziale riluttanza della Disney e il provino di Bryan Brown

Nonostante iniziali dubbi da parte del team Disney su Tom Cruise come protagonista, egli venne rapidamente riconosciuto come perfetto per il ruolo. Per Bryan Brown, il processo di selezione fu tutt’altro che semplice, con un primo provino che venne giudicato “terribile”, sebbene alla fine ottenne la parte grazie alla sua performance precedente in “F/X”.

Allenamenti intensivi e difficoltà in Giamaica

Per prepararsi ai ruoli di baristi, Cruise e Brown si allenarono con il noto flair bartender John Bandy. Le riprese in Giamaica furono impegnative: Cruise affrontò condizioni avverse di freddo, che influenzarono una scena d’amore particolarmente ardua da girare.

la musica e la ricezione del film

Composizione musicale e insuccesso critico

La colonna sonora di “Cocktail” venne completamente riscritta in un weekend da J. Peter Robinson per meglio adattarsi al film. Allo stesso tempo, “Don’t Worry, Be Happy” di Bobby McFerrin divenne un successo globale grazie al suo utilizzo nella pellicola, nonostante le riserve del regista.

Critiche e ritorsioni personali

Le recensioni post-uscita furono generalmente negative, con critici come Roger Ebert che sottolinearono la vacuità della trama. Anche Tom Cruise espresse in seguito malcontento per il film, indicandolo come un progetto meno brillante della sua carriera.

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