Cannes 2025 e il cinema sulla fine del mondo, da Sirat a Eddington

l’evocazione di uno stato d’ansia collettiva nel cinema contemporaneo
Le prime opere presentate al 78° Festival di Cannes evidenziano un crescente senso di insicurezza e preoccupazione globale. Attraverso film che affrontano tematiche come il clima, le tensioni sociali e le crisi umanitarie, si percepisce una rappresentazione condivisa di un sentimento apocalittico, che riflette le ansie della società attuale.
tematiche dominanti nei film in concorso
eco-ansia e crisi climatica
Nella sezione della Quinzaine, uno dei titoli principali è Peak Everything, dove il protagonista soffre di una forma di depressione ambientale legata alla deteriorazione del clima. Nel film Enzo, diretto da Robin Campillo e interpretato da Pierfrancesco Favino, si narra la storia di un giovane insoddisfatto dalla vita familiare ricca e borghese, deciso a cercare una propria strada mentre il mondo sembra andare in frantumi.
disgregazione sociale e conflitti contemporanei
Tra i film più intensi troviamo anche Eddington, opera western ambientata nel periodo del Covid, diretta da Ari Aster. Il racconto mette in scena la violenta dissoluzione della società americana durante gli anni della pandemia. Si affiancano altre opere che affrontano temi come totalitarismi (Lotznitsa – Two Prosecutors) o migrazioni forzate (Promised Sky): quest’ultimo film tunisino apre la sezione Certain Regard.
sintesi delle tendenze narrative e visive del festival
I film selezionati condividono finali aperti o sospesi, simbolo di un sentimento diffuso di sfiducia verso il futuro. Queste opere non si limitano a rappresentare eventi storici: incarnano un vero e proprio sentimento generazionale, apocalittico. Un’atmosfera cupa che sembra inghiottire personaggi, storie e destini, riflettendo l’attuale clima culturale attraverso il linguaggio cinematografico.
il ruolo centrale di “sirat” nella rappresentazione dell’ansia globale
Nell’ambito delle proposte più significative emergeSirat, diretto da Oliver Laxe. La pellicola narra la ricerca di un padre e di un figlio attraverso i deserti africani alla scoperta della sorella scomparsa da mesi. I protagonisti seguono un gruppo di “ravers”, giovani che viaggiano con camper rinforzati per resistere alle condizioni estreme del deserto.
analisi simbolica e visiva del film “sirat”
Sirat – combina elementi drammatici simili a quelli deUn tè nel deserto (ambientato dopo la Seconda Guerra Mondiale) con immagini potenti ispirate aMad Max . Tra dune vaganti con musica ad alto volume si percepisce una “vitalità ingannevole”, mentre dal radio arrivano segnali sul collasso internazionale. I personaggi si interrogano sulla fine del mondo reale: “Ecco come si presenta la fine del mondo”.
impressione finale sulla rappresentazione cinematografica dell’apocalisse moderna
Sirat svela lo stordimento provocato dalla disintegrazione della civiltà attraverso immagini sonore che invitano a riflettere sul nostro subconscio. Il film propone una visione senza moralismi né giudizi definitivi: focalizza l’attenzione sulla strada come simbolo di una possibile soluzione finale per il cinema contemporaneo.
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