8 trope da evitare assolutamente nei film

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Gli stereotipi cinematografici da abbandonare per un cinema di qualità

Nel panorama della produzione cinematografica, alcuni cliché ricorrenti compromettono la qualità dei film e minano l’immersione dello spettatore. Tecniche come l’uso eccessivo di inquadrature instabili, dialoghi incomprensibili o effetti speciali sovrabbondanti rappresentano spesso segnali di una realizzazione approssimativa. Analizzare queste pratiche permette di comprendere come migliorare la narrazione e promuovere un cinema più curato e originale.

l’uso smodato della camera traballante nei film d’azione

il caso emblematico: la saga di bourne (2002-2016)

La serie Bourne, tra le più celebri nel genere dell’azione, ha reso popolare il trope delle sequenze frenetiche con telecamere mosse. Sebbene abbia contribuito a creare un’atmosfera cruda e realistica, questa tecnica si è diffusa anche in altri titoli come Taken 2 o Quantum of Solace. La costante presenza di immagini sbiadite e tremolanti può risultare fastidiosa, disorientando lo spettatore e riducendo l’efficacia delle scene più intense. Nonostante alcune scene siano state montate con cura, molte altre soffrono di un utilizzo troppo invasivo che compromette la chiarezza visiva.

  • Jason Bourne
  • Liam Neeson in pellicole d’azione
  • Taken 2
  • Quantum of Solace

dialoghi difficili da comprendere per creare atmosfera?

il problema del dialogo inaudibile: esempi da tenet (2020)

I film di Christopher Nolan sono rinomati per la complessità narrativa, ma spesso presentano dialoghi poco chiari. In Tenet, ad esempio, molte battute risultavano difficili da cogliere senza i sottotitoli. Questa scelta stilistica mira a rafforzare l’esperienza sensoriale attraverso effetti sonori potenti, ma rischia di alienare gli spettatori che non riescono a seguire i dialoghi fondamentali per la comprensione della trama. Nolan stesso ha giustificato questa decisione sostenendo che si trattava di una scelta artistica, anche se molti critici ritengono che possa penalizzare la fruizione del film.

l’eccessiva oscurità dell’illuminazione nelle scene cruciali

un esempio: aliens vs predator – requiem (2007)

Sempre più frequentemente si assiste a produzioni caratterizzate da ambientazioni troppo oscure, rendendo difficile distinguere i dettagli sullo schermo. Un esempio emblematico è Aliens vs Predator: Requiem, dove le scene erano talmente buie da sembrare ombre proiettate su pareti rocciose. Questo approccio sembra essere motivato più dal risparmio sui costi rispetto alla volontà di creare suspense attraverso il mistero degli antagonisti nascosti. La scarsa illuminazione può compromettere significativamente l’esperienza visiva e portare lo spettatore a perdere interesse.

sovraccarico di jump scare nel genere horror

Esempio: the haunting in connecticut 2 (2013)

I jump scare sono uno strumento efficace quando usati con moderazione; Molti film abusano di questa tecnica creando effetti prevedibili e stancanti. Nel caso de The Haunting in Connecticut 2: Ghosts of Georgia, si contavano ben 32 colpi improvvisi in soli 100 minuti. Questa strategia esaspera lo spettatore al punto da ridurre l’efficacia degli spaventi successivi, contribuendo alla noia generale del pubblico.

Esempio: the grey (2011)

L’espressione “plot degli idioti” indica storie che si muovono grazie alle azioni irrazionali dei protagonisti. In The Grey, Liam Neeson compie scelte illogiche come abbandonare rifugi sicuri o ignorare segnali evidenti di pericolo, semplicemente perché serve far avanzare la narrazione senza logica interna coerente. Questa tendenza denota pigrizia nello sviluppo della sceneggiatura ed evidenzia come spesso le decisioni dei personaggi siano dettate esclusivamente dall’esigenza narrativa piuttosto che dalla credibilità.

  • The Grey (2011)
  • The Haunting in Connecticut 2 (2013)
  • F9 – The Fast Saga (2021)
  • Nolan’s Tenet (2020)

I ritorni improbabili e forzati dei personaggi morti?

Esempio: han lu in fast & furious

I cosiddetti “fake-out deaths” rappresentano uno stratagemma ormai abusato nel cinema moderno. La morte improvvisa di personaggi popolari viene spesso annullata tramite rientri sorprendenti o spiegazioni forzate nelle pellicole successive. L’esempio più noto riguarda Han Lue nella saga di Fast & Furious. Originariamente morto nel primo episodio della serie, il suo ritorno ha richiesto continui salti temporali e manipolazioni narrative che hanno messo a dura prova la credibilità dell’intera trama.

L’utilizzo spropositato del voiceover narrativo?

Esempio: blade runner (1982)

Pochi film mostrano così chiaramente quanto un voiceover possa essere dannoso se usato male come Blade Runner. Ridley Scott inserì lunghe sequenze narrate dall’agente Deckard interpretato da Harrison Ford per chiarire aspetti complessi della trama; Questa soluzione finì per appesantire il ritmo e ridurre l’impatto emotivo delle immagini visualizzate sullo schermo. La versione definitiva del regista eliminò quasi tutte le parti narrate dall’attore, dimostrando quanto sia preferibile mostrare piuttosto che raccontare passivamente ai fruitori.

L’abuso degli effetti digitali e green screen

Esempio: star wars – attack of the clones (2002)

L’avvento del CGI ha rivoluzionato il cinema offrendo possibilità inesplorate; Il suo uso smodato può danneggiare seriamente la qualità visiva delle opere. Nel caso degli Star Wars prequel», specialmente in Attack of the Clones, molte scene sembravano computer grafica poco convincente rispetto agli effetti pratici del passato. Questo ha portato a risultati meno realistici e meno immersivi rispetto alle produzioni originali.

Sintesi finale:
  • Cliché da eliminare: telecamere mosse incontrollabilmente;
  • Difficoltà nei dialoghi: dialoghi inaudibili o poco chiari;
  • Ambienti troppo scuri: illuminazione insufficiente;
  • Spoiler continuo: ritorni improbabili dei personaggi;
  • Saturazione digitale: uso esagerato di CGI.

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