Marvel deve alzare gli standard per gli Avengers

Il marchio Avengers ha perso nel tempo il prestigio e l’aura di invincibilità che lo caratterizzavano fin dalla sua nascita. Sin dal 1963, gli Avengers sono stati la squadra di supereroi più rappresentativa dell’universo Marvel, simbolo della difesa del pianeta contro minacce di ogni genere. La loro storia comprende battaglie epiche contro Loki, guerre cosmiche con Thanos, Kang e altri villain di calibro elevato. Con il passare degli anni, la composizione del team si è ampliata in modo considerevole, diluendo l’identità originaria e creando una percezione di sovraffollamento.
troppi personaggi nel roster degli avengers
il significato del titolo “Avenger” si è diluito nel tempo
Inizialmente, gli Avengers erano composti da un gruppo ristretto di eroi con caratteristiche ben definite: ciascuno portava competenze uniche e condivise per proteggere la Terra. Col tempo, questa selezione si è ampliata a dismisura coinvolgendo anche personaggi meno noti o provenienti da altre squadre. La partecipazione a eventi crossover come The Korvac Saga o Avengers vs X-Men ha ulteriormente esteso il roster, rendendo difficile distinguere tra membri ufficiali e collaboratori occasionali. Quando quasi tutti i supereroi sono considerati Avengers, il termine perde di significato.
La crescita esponenziale dei membri ha portato alla formazione di sottogruppi come i West Coast Avengers o i New Avengers. Questi ultimi hanno spesso incluso personaggi come Carnage – un villain senza redenzione – che sembra contraddire i valori fondamentali degli eroi originali. La presenza di figure così discordanti ha contribuito a far perdere all’insieme quella sensazione di esclusività e serietà che caratterizzava le prime formazioni.
più che un team essere un simbolo della speranza mondiale
l’importanza di una selezione accurata del roster
Il rischio attuale consiste nel fatto che l’appartenenza agli Avengers sia troppo facile da ottenere. Ai tempi in cui si arruolavano eroi come Beast, Crystal o Sersi, si percepiva uno status d’élite: erano figure che avevano già raggiunto livelli elevatissimi in altri gruppi o istituzioni e sceglievano volontariamente di unirsi alla squadra per contribuire alla salvezza globale. Oggi invece, grazie a numerosi sottogruppi come i Young Avengers o le divisioni regionali (ad esempio gli Great Lakes Avengers), il nome “Avenger” viene attribuito anche a chi partecipa sporadicamente o solo temporaneamente.
Questo approccio indebolisce la percezione dell’Avengers come gruppo d’élite dedicato al sacrificio costante e alla responsabilità assoluta. Per mantenere intatto il valore simbolico del nome dovrebbe essere richiesto ai membri un impegno reale: capacità dimostrate sul campo, leadership riconosciuta oppure potenza superiore alla media.
maggiore esclusività per un nome più significativo
riservare la definizione “Avengers” alle crisi più gravi
Se gli Avengers operano ormai in numerosi titoli contemporaneamente, le occasioni per momenti epici come “Avengers Assemble” perdono d’effetto. Le imprese quotidiane vengono svolte da molteplici squadre minori o individualmente dai singoli eroi. La vera forza del marchio risiede nella sua capacità di rappresentare una risposta immediata alle emergenze globali; quindi questa etichetta dovrebbe essere applicata solo quando la posta in gioco è davvero alta.
Differenziare chiaramente tra attività ordinaria e missioni ad alto rischio consentirebbe ai lettori di apprezzare meglio le vicende più importanti e rafforzerebbe l’immagine degli Avengers come ultima linea difensiva mondiale.
un standard superiore per l’ingresso nel team
potenza e dedizione devono definire i nuovi membri
Perché il titolo “Avenger” mantenga tutto il suo valore simbolico, l’ingresso nella squadra dovrebbe richiedere requisiti più severi rispetto al passato. Non basta voler partecipare o avere qualche vittoria isolata: occorre dimostrare costantemente capacità eccezionali oppure leadership riconosciuta a livello globale.
Esempi come Spider-Man, Wolverine o Doctor Strange sono perfettamente validi per combattere al fianco degli eroi principali; Non sempre possono dedicarsi pienamente agli impegni della squadra a causa delle proprie crisi personali o professionali. Questo non preclude future collaborazioni sporadiche ma rende evidente che l’appartenenza stabile richieda uno sforzo continuo ed esclusivo.
Nell’ottica di rafforzare il prestigio del marchio “Avenger”, potrebbe essere utile limitare l’accesso ad altri supergruppi come i Champions o i Defenders. Un roster più ristretto favorirebbe anche lo sviluppo autonomo delle varie divisioni interne come i Young Avengers o i West Coast Avengers.
- Nicolas Ayala: Senior Writer presso Screen Rant con oltre cinque anni dedicati all’analisi dei media superheroici;
- Membri storici degli Avengers: Capitan America, Iron Man, Thor;
- Membri recenti: Doctor Strange, Wolverine, Spider-Man;
- Sottogruppi: Young Avengers, West Coast Avengers, New Avengers;
- Crossover ed eventi: The Korvac Saga, Avengers vs X-Men;