Finali di stagione che hanno rovinato le serie tv

Le stagioni finali di una serie televisiva rappresentano spesso un momento delicato e complesso da gestire, sia per gli autori che per il pubblico. La conclusione di un ciclo narrativo deve essere in grado di chiudere le trame principali, offrendo al contempo spunti intriganti per le eventuali nuove stagioni o spin-off. Quando questa fase non riesce a rispettare le aspettative, può causare danni irreparabili alla percezione complessiva della produzione. In questo approfondimento si analizzano alcuni degli esempi più controversi di finali di stagione che hanno compromesso il valore delle serie coinvolte.
house – stagione 7
“Moving On”
La settima stagione di House è stata comunque considerata inferiore rispetto alle precedenti, ma ha ancora mantenuto elementi degni di nota. La conclusione della relazione tra Gregory House e Lisa Cuddy, sebbene dolorosa, è stata trattata con sensibilità. L’episodio finale ha lasciato molti scontenti quando House ha distrutto la Chevrolet Corvette del suo amico Wilson attraversando la soggiorno di Cuddy.
Questo gesto impulsivo ha rappresentato un punto di svolta negativo per la serie: avrebbe potuto essere un segnale del legame profondo tra House e Cuddy, ma si è trasformato in un atto autodistruttivo che ha pregiudicato il prosieguo della narrazione.
Se questa scena fosse stata evitata o gestita diversamente, la stagione finale avrebbe forse potuto recuperare parte della qualità perduta. La successiva ottava stagione si è rivelata molto meno convincente, priva dell’umorismo e del mordente che avevano contraddistinto i primi episodi.
skins – serie 4
“Everyone”
Skins, nota serie britannica dedicata agli adolescenti, ha sempre fatto uso di trame estreme e colpi di scena shockanti. Prima della quarta stagione erano già avvenuti eventi scioccanti come l’incidente automobilistico alla fine della prima stagione e l’overdose nella seconda. Il finale della quarta stagione ha superato ogni limite.
La trama culmina con un episodio in cui Effy Stonem viene manipolata da uno psichiatra che finisce per uccidere il suo ragazzo. Questa svolta assurda e senza senso ha reso difficile investire emotivamente nei personaggi delle stagioni successive.
Il finale mostra un crescendo di eventi improbabili e forzati: dal controllo mentale all’assassinio brutale, tutto appare troppo esagerato e poco credibile rispetto alle atmosfere iniziali dello show.
house of cards – stagione 3
“Chapter 39”
House of Cards, pilastro delle produzioni Netflix sin dal suo esordio nel 2013, aveva costruito una narrazione avvincente sulla scalata politica del cinico Frank Underwood. La terza stagione si rivela come uno dei punti più bassi in termini narrativi.
Il finale vede Frank litigare con sua moglie Claire nell’Ufficio Ovale su questioni politiche e personali che risultano poco autentiche. Più grave ancora è l’approfondimento della storyline riguardante Doug Stamper: metà episodio è dedicata alla sua caccia all’uomo contro Rachel Posner prima dell’omicidio finale.
Questo approccio crudo e violento contribuisce a una perdita progressiva dell’interesse verso i personaggi principali, segnando un punto di non ritorno nella qualità complessiva dello show.
In generale, questa conclusione ha contribuito a far perdere credibilità alla serie stessa, riducendola a uno spettacolo politico superficiale rispetto alle prime stagioni.
la black list – stagione 8
“Konets”
The Blacklist, popolare serial con James Spader protagonista sin dal debutto nel 2013 su NBC, si conclude con una scelta drastica: la morte di Liz Keen.
La scena in cui Liz muore mentre la sua vita scorre davanti ai suoi occhi rappresenta probabilmente il momento più devastante dell’intera serie. Per molti spettatori si tratta di una perdita definitiva dell’anima dello show; Red Reddington perde così una delle sue figure più importanti ed emblematiche.
Questa decisione narrativa ha diviso i fan: alcuni ritengono che avrebbe dovuto terminare lì la storia mentre altri sono rimasti disorientati dalla piega presa dalla trama nelle stagioni successive.
Senza dubbio questa scelta drastica ha segnato profondamente lo sviluppo futuro dello show stesso: molte scene sono apparse forzate o prive di logica interna rispetto alle dinamiche instaurate fino a quel momento.
how i met your mother – stagione 7
“The Magician’s Code – Part Two”
L’ultimo atto di How I Met Your Mother resta tristemente famoso come uno dei finali più contestati nella storia delle sitcom moderne. Il vero problema non risiede tanto nell’episodio singolo quanto nelle scelte narrative fatte durante tutta la settima stagione.
Il colpo basso arriva con lo svelamento del matrimonio tra Barney Stinson e Robin Scherbatsky: anche se sembrava ormai certo il loro riavvicinamento dopo varie crisi sentimentali, si scopre che Barney sposa Robin invece di Quinn.
Questo twist troppo forzato rappresenta l’apice del declino creativo dello show: le trame sembrano scritte solo per sorprendere anziché seguire logiche coerenti con lo sviluppo dei personaggi.
game of thrones – stagione sette
“The Dragon and the Wolf”
I fan hanno riconosciuto fin dall’inizio che le ultime due stagioni di Game of Thrones differivano notevolmente dai libri originali di George R.R. Martin. La settima puntata segna comunque un punto critico:
Lo scontro tra le fazioni diventa meno credibile; l’esecuzione simbolica di Petyr “Littlefinger” Baelish da parte delle sorelle Stark ne evidenzia i limiti narrativi con elementi spesso frettolosi e poco coinvolgenti.
L’utilizzo massiccio dei draghi come deus ex machina risolve situazioni cruciali senza coerenza interna: la rinascita improvvisa del drago Viserion serve solo a creare effetti speciali piuttosto che sviluppare una narrazione solida.
Questo tipo d’interventi artificiosi contribuisce al calo qualitativo evidente nelle ultime stagioni.
- – Hugh Laurie (House)
- – Lisa Cuddy (Lisa Edelstein)
- – James Wilson (Robert Sean Leonard)